Cassa depositi e prestiti: buoni fruttiferi e libretto postale. Cambia la governance

Pubblicato il 25 Luglio 2018 alle 01:02 Autore: Daniele Sforza
Cassa depositi e prestiti: cambia governance

Cassa depositi e prestiti: buoni fruttiferi e libretto postale. Cambia la governance.

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Venerdì 20 luglio 2018 c’è stato l’incontro di governo per decidere sui nomi da porre al vertice della Cassa Depositi e Prestiti. Erano presenti il premier Giuseppe Conte, accompagnato dal vicepremier Luigi Di Maio e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Naturalmente era presente anche il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Nonostante alcune voci parlassero di dissidi e disaccordi sui nomi, alla fine il nome per il vertice della CdP uscito dal cilindro è quello di Fabrizio Palermo, attuale direttore finanziario. Per il Tesoro, la nomina di direttore generale dovrebbe invece andare ad Alessandro Rivera. Il nome di Palermo è stato particolarmente sostenuto dal Movimento 5 Stelle, ma anche la Lega ha dato il suo benestare. Rivera è invece un uomo caro a Tria. L’ufficializzazione delle nuove cariche dovrebbe esserci martedì 24 luglio 2018, giorno in cui è prevista l’assemblea per la nomina del nuovo CdA della Cassa Depositi e Prestiti.

Cassa Depositi e Prestiti: Matteo Salvini su Fabrizio Palermo?

Matteo Salvini ha già dato il suo ok per Fabrizio Palermo. “Palermo mi piace molto come città, e anche come amministratore delegato”. Nessun dissidio all’interno del governo, e in particolare con il ministro dell’Economia Tria per le nomine. “Ho sentito Di Maio e abbiamo sempre lavorato bene. Le scelte delle persone migliori chiedono a volte più di quindici minuti o 48 ore. Siamo al governo da 50 giorni e sono molto felice di quello che abbiamo fatto. Sicuramente arriveranno momenti difficili, ma a oggi non abbiamo mai litigato con nessuno”.

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Cassa Depositi e Prestiti: le nuove sfide di Fabrizio Palermo

Si parlava infatti di un nome diverso dalle parti del Ministero dell’Economia. Più precisamente, quello di Dario Scannapieco. Come scrive La Stampa, “Palermo non è un militante. La sua carriera si è snodata per anni lontano dai palazzi romani”. Da analista finanziario alla Morgan Stanley londinese, al lavoro settennale per McKinsey, quindi Fincantieri. Il rapporto con Stefano Donnarumma lo avvicina ai 5 Stelle. E nonostante Palermo cerchi di svicolarsi dalla politica, è con questa (e a quella dei 5 Stelle) che dovrà interfacciarsi per affrontare le nuove sfide all’orizzonte.

Numerosi i nodi da sciogliere per la Cassa Depositi e Prestiti. Si va da Alitalia all’Ilva, senza dimenticare il ritorno dello Stato in Tim, nonché i punti principali teorizzati dai 5 Stelle. “Stimolare l’innovazione, lo sviluppo tecnologico, aiutare le imprese sui mercati nazionali ed esteri”. Ed è da questi problemi che emerge da alcune parti la sfiducia nella nomina di Palermo.

Scrive Fabrizio Massaro sul Corriere della Sera. “A Palermo sarà richiesto di potenziare l’attività della Cassa nell’economia reale. E di rimettere ordine nella galassia delle società partecipate. E dovrà districarsi tra i vari dossier aperti. Da Tim alle perdite registrate dal Fondo Atlante, del cui comitato investitori Palermo è membro”. Il timore è per le cosiddette “operazioni spericolate”, come ad esempio “l’ennesimo salvataggio dell’Italia”. La fiducia viene invece dalla “opposizione interna”, ovvero da quelle voci che raccontano una malcelata insoddisfazione da parte del ministro Tria. Che proprio per questo punterà tutto su Alessandro Rivera come nuovo direttore generale del Tesoro. Abile negoziatore nei tavoli europei, sarà chiamato anch’egli a sfide importanti, sia sul suolo nazionale che su quello del Vecchio Continente.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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