Sergio Marchionne: malattia ai polmoni ‘aggrediti’. Le reali condizioni, parla Stevens.
Franzo Grande Stevens parla delle condizioni di Sergio Marchionne
Sergio Marchionne è ricoverato all’ospedale di Zurigo, in coma irreversibile, circondato dall’affetto dei suoi cari. E mentre qualcuno già scrive la data di morte, e sui social impazzano i commenti dei suoi detrattori e dei suoi sostenitori, nel marasma confuso e stordente degli ultimi giorni brilla una lunga e sentita lettera di Franzo Grande Stevens; legale della famiglia Agnelli e molto amico di Marchionne, tanto da considerarlo come un parente. Ecco cosa ha scritto nella sua lettera pubblicata e diffusa dal Corriere della Sera. Citando implicitamente anche la malattia da cui sarebbe affetto l’ex amministratore delegato Fca.
Sergio Marchionne: così inizio alla Fiat
Franzo Grande Stevens parla di come sia difficile parlare di Sergio Marchionne in questo momento. “Con Gianluigi Gabetti è stato il mio migliore amico di una vita”. Stevens rivela il dietro le quinte la sua nomina ad amministratore delegato della allora Fiat (oggi Fca).
“Umberto Agnelli aveva valutato Marchionne dai risultati eccezionali che aveva raggiunto lavorando per la Société Générale de Surveillance, società di assicurazioni ginevrina”. Tutto nacque da una sua idea geniale. “Quella di incaricare un suo uomo in ogni scalo marittimo o aereo del mondo. Questo incaricato avrebbe dovuto garantire all’acquirente i beni di qualsiasi genere; e che essi corrispondessero alla qualità dichiarata dal venditore. In questo modo i tempi dell’accertamento e le qualità promesse dalla società di assicurazioni erano praticamente annullati. E i clienti assicurati dalla Sgs ricevevano subito il pagamento”.
Sostanzialmente alla qualità dei beni venduti ne avrebbe risposto la società assicuratrice. Questa idea permise alla Sgs “un enorme sviluppo”. E l’idea colpì talmente Umberto Agnelli da fare il suo nome per la Fiat.
Sergio Marchionne: Stevens, “Passione comune per la filosofia”
Nella sua lettera al quotidiano milanese, Stevens rivela anche come lui e Marchionne avessero una passione in comune: la filosofia. Dopo la morte del padre, Marchionne si trasferì con la madre dagli Abruzzi a Toronto. L’ambientamento fu difficile, ma gli permise di imparare “il rigore” e capire “il binomio disciplina-cultura”.
“Gabetti e io avremmo potuto considerarlo per la nostra età un figlio e invece divenne un nostro fratello; che ci consultava e ci insegnava cosa vuol dire occuparsi del successo di una grande azienda”.
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Sergio Marchionne: Stevens, “Polmoni aggrediti”
La chiosa è sulla malattia di Marchionne. Un dolore “indicibile”, ma non solo. Stevens rivela anche qualche dettaglio sulla malattia che ha colpito colui che ha guidato il rinnovamento della Fiat. “Quando dalla tv di Londra appresi il giovedì sera che egli era stato ricoverato a Zurigo, pensai purtroppo che fosse in pericolo di vita. Perché conoscevo la sua incapacità di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette. Tuttavia, quando seppi che era soltanto un ‘intervento alla spalla’, sperai. Invece, come temevo, da Zurigo ebbi la conferma che i suoi polmoni erano stati aggrediti e capii che era vicino alla fine”.
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