Tour de France 2018: Peter Sagan, il supereroe che sa soffrire
Tour de France 2018: Peter Sagan, il supereroe che sa soffrire
Sono stati giorni duri gli ultimi per Peter Sagan, dopo la caduta in discesa nella tappa del Col du Portét di mercoledì.
Il tre volte campione del mondo era arrivato al traguardo con la maglia a brandelli, dopo una bruttissima caduta sulle rocce in cui ha riportato diverse escoriazioni, ma fortunatamente senza rompersi niente.
In tanti temevano che questa volta l’uomo in verde non avrebbe concluso il Tour de France, viste le condizioni in cui si è presentato alla partenza e la difficoltà con cui pedalava e ancor di più camminava.
Lo slovacco ha affermato che quello di ieri è stato il giorno più difficile della sua carriera, con un dolore lancinante che non gli permetteva di pedalare con la consueta compostezza e potenza a cui ci ha abituati.
Fondamentali sono stati i suoi compagni di squadra, tra cui l’altoatesino Daniel Oss, che lo hanno scortato per i mostri pirenaici nell’obiettivo di rimanere dentro il tempo massimo.
Alla fine il campione del mondo in carica ce l’ha fatta, arrivando a 38’22” dopo il vincitore di giornata Primoz Roglic, mentre il limite era di 45’57”.
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Tour de France 2018: il dominio verde di Peter Sagan
Un campione d’altri tempi Peter Sagan, capace di vincere le volate tradizionali e gli arrivi in breve salita, di andare in fuga nelle tappe di alta montagna per racimolare i punti per la classifica della maglia verde, di resistere sulle salite più arcigne, a differenza di molti suoi colleghi velocisti che su queste ascese o abbandonano la corsa o escono fuori dal tempo massimo.
Al Tour ha vinto in totale 11 tappe (di cui 3 quest’anno) e 5 classifiche a punti (più la sesta che arriverà quest’anno, eguagliando così il record di Erik Zabel), in carriera più di 100 corse a soli 28 anni(tra cui 3 mondiali, un Giro delle Fiandre e una Parigi-Roubaix),
Tour de France 2018: l’uomo Peter Sagan
Solitamente siamo abituati a immaginarcelo come un supereroe che usa la sua bicicletta, proprio come Batman usa la batmobile, osando con traiettorie assurde che solo lui sa fare per vincere corse su corse, ma ieri lo abbiamo visto per la prima volta umano e apprezzato proprio perché i grandi campioni devono saper soffrire nei momenti bui.
In un’intervista, Peter Sagan ha affermato che “La vita è una continua lotta per la vittoria” e a chi gli chiedeva perché fosse così diverso dagli altri corridori, ha risposto “Chiedetevi piuttosto perchè gli altri sono tutti uguali“.
E noi non possiamo che essere d’accordo con lui.