Ufficialmente sono stati soppressi, nei fatti sono tutt’oggi una voce del bilancio. I vitalizi ai consiglieri portano nuovamente sotto i riflettori il Consiglio regionale del Lazio, dove due anni fa si consumò una drammatica fine di legislatura, all’insegna di arresti eccellenti e dello scandalo delle “spese pazze”, che aveva coinvolto alcuni gruppi consiliari.
GLI OGGETTI DELLA POLEMICA – Nel 2011, il Lazio è stata una delle quattordici regioni che si era autoriformata, imponendo l’abolizione del vitalizio per i consiglieri regionali. È stato, però, stabilito che la norma avrebbe cominciato ad avere effetto con l’elezione del nuovo Consiglio. Oltre allo strascico di polemiche portate avanti dall’opposizione di centrosinistra, che contestava l’estensione del beneficio agli assessori esterni della giunta Polverini, nel provvedimento non mancano altri punti controversi. Il primo è la non retroattività: detto altrimenti, allo scattare del limite d’età, che nel Lazio ammontava a 55 anni (contro una media compresa tra i 60 e 65 delle altre regioni), gli ex consiglieri regionali possono ottenere questo privilegio. Se, poi, il consigliere ha ricoperto l’incarico di deputato, senatore o parlamentare europeo, aveva diritto lo stesso a questo contributo generosamente pagato dalla popolazione laziale. Nel vitalizio, poi, non si calcolano solo i contributi, ma anche la diaria, legata ai rimborsi. Una spesa, quella per i vitalizi, che ammonta a 20 milioni di euro e vale il 25% del bilancio regionale. Un costo molto ingente, per una regione dove i cittadini sono ampiamente tassati e su cui ancora grava l’annoso debito sulla Sanità regionale.
I BENEFICIARI: TUTTO SECONDO LA LEGGE – Chi prende il vitalizio, però, si difende ricordando che si tratta di una norma prevista dalla legge. L’ex eurodeputato Potito Salatto ricorda che «è tutto in regola», mentre il forzista Donato Robilotta non ci sta ad «essere trattato con un malfattore». Anche l’ex vicepresidente della regione Ciocchetti afferma: «non abbiamo rubato nulla».
ZINGARETTI: SCELTE “STRAVAGANTI” NON TOLLERABILI – Sulla questione è intervenuto anche il presidente della Regione Nicola Zingaretti. Il governatore, con una nota, afferma: «Non possiamo tollerare quelle scelte “stravaganti” fatte in passato prima di noi». Superare il problema, per Zingaretti, è possibile correggendo il sistema «evitando il pericolo di aprire vertenze o ricorsi» che graverebbero ulteriormente sulle dissanguate casse della regione.
Alessandro De Luca