Riforme, accelerazione al Senato. Via senatori a vita e indennità, resta l’immunità
Spediti fino a sabato 8 agosto. Non si ferma più l’iter del ddl costituzionale arrivato la scorsa settimana in aula per le votazioni sulla prima lettura. Anche oggi è stata giornata decisiva. In mattinata era arrivato uno stop causato dall’assenza dei due relatori Calderoli (lutto familiare) e Finocchiaro. Così dalle 15 del pomeriggio sono riprese le votazioni sugli articoli della riforma dopo lo stop del week-end. Al momento in cui scriviamo, si è votato dal terzo articolo fino al nono ma l’ottavo è stato approvato solo in parte perchè gli emendamenti sull’immunità dei nuovi senatori saranno votati con il ritorno del co-relatore Calderoli. Sono terminate così le votazioni odierne mentre si è aperto il dibattito in aula sulla caldissima e spinosa questione dell’immunità.
Articolo 3. Il primo articolo approvato quest’oggi è stato il terzo. Si estinguono i senatori a vita. Il Presidente della Repubblica, infatti, nominerà 5 senatori per “altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario” che rimarranno in carica per 7 anni (stessa durata del mandato presidenziale). Inoltre essi, a fine mandato, non potranno più essere rinominati. L’articolo 3 è passato con 184 voti favorevoli, 12 contrari e 11 astenuti.
Articolo 4. Viene modificato l’articolo 60 della Carta: sono scorporate le funzioni di Camera e Senato. La prima, l’unica elettiva,” è eletta per cinque anni” e la durata “non può essere prorogata se non per legge e soltanto in caso di guerra” mentre il mandato dei nuovi senatori sarà legato ai consigli regionali che li eleggeranno. Hanno votato a favore in 184, 14 contro e 9 si astengono.
Articolo 5. Con 188 voti favorevoli, 14 contrari e 7 astenuti è stato approvato anche l’articolo5 che modifica il 63 della Carta attualmente in vigore: è il regolamento a stabilire in quali casi le nomine alle cariche del futuro Senato possano essere limitate in ragione dell’esercizio di funzioni di governo regionali o locali.
Articoli 6 e 7. La relatrice Finocchiaro chiede all’Aula di votare fino all’articolo 9. Richiesta accolta. Si va avanti. Il 6 e il 7 vengono approvati senza particolari scossoni: il primo prevede che i regolamenti delle due camere garantiscano “i diritti delle minoranze parlamentari” mentre il secondo riguarda l’indennità parlamentare.
Articolo 8. L’ok dell’aula arriva anche su una parte dell’articolo 8 (il procedimento legislativo). I deputati “rappresentano la nazione” mentre i nuovi senatori “le istituzioni territoriali”. Su richiesta della relatrice Finocchiaro sono stati accantonati gli emendamenti sull’immunità (si attende il ritorno di Calderoli) anche se la stessa senatrice dem ha annunciato che la soluzione uscita dalla Commissione “rimane la più equilibrata”. Si vedrà nei prossimi giorni.
In Serata l’Aula del Senato ha bocciato tutti gli emendamenti aggiuntivi all’art. 8, relativi all’immunità. Il testo della Commissione Affari Costituzionali resta, su questo punto, quindi invariato: per i membri del futuro Senato, così come per i deputati, è prevista l’immunità.
Articolo 9. Alle 17.50 passa l’ultimo articolo del giorno: l’indennità rimane ai deputati e non più ai senatori.
Giornata difficile anche sul fronte dell’opposizione. Stamane il capogruppo al Senato Vito Petrocelli (M5S) aveva già annunciato che i pentastellati sarebbero rimasti comunque fuori dall’aula perché “questa porcata di riforma non merita la nostra partecipazione”. Anche la Lega, dopo la giornata di venerdì, ha deciso di non partecipare ai lavori. Da domani si riparte. Spediti fino a sabato.
Giacomo Salvini