Governo ultime notizie: nomine Rai, Marcello Foa rischia la bocciatura
Governo ultime notizie: nomine Rai, Marcello Foa rischia la bocciatura
La nomina di Marcello Foa a presidente della Rai non ha mancato di scatenare polemiche; quindi, Pd e Forza Italia hanno promesso ostruzionismo. Davide Faraone, capogruppo Dem in Commissione di Vigilanza, ha lanciato un “appello a tutte le opposizioni” per impedirne l’elezione. In fretta è arrivata la risposta dell’azzurra Maria Stella Gelmini: “al momento votiamo no”.
Ad attendere Foa, adesso, due passaggi fondamentali. Domani il primo: la prima riunione del nuovo Cda Rai; il secondo e ancor più importante, invece, mercoledì: la Commissione di Vigilanza dovrà esprimersi sulla ratifica della sua nomina.
Governo ultime notizie: nomine Rai, Marcello Foa rischia la bocciatura
Il Cda della Rai, dopo l’ultima riforma risalente al 2015, è composto da 7 membri; 4 sono di nomina parlamentare: nello specifico, due vengono scelti dalla Camera e due dal Senato. Uno dei membri poi viene eletto dai dipendenti; infine, il Mef indica un amministratore delegato – il prescelto in questo caso l’ex La7 Fabrizio Salini – e un presidente (appunto, Foa). Tuttavia, perché il mandato del presidente diventi effettivo, occorre anche la ratifica della Commissione di Vigilanza.
Ora, perché Foa passi in Commissione servono due terzi dei 40 voti totali; detto ciò, la maggioranza giallo-verde ne controlla soltanto 21. Infatti, sono 14 i 5 stelle; 7 i leghisti. Pd e Forza Italia ne hanno entrambi 7 a disposizione, 2 ciascuno per Fratelli d’Italia e LeU, più un “indipendente”. Dunque, per la ratifica di Foa, servirebbero i voti degli alleati di centrodestra del Carroccio, o almeno quelli di Forza Italia; d’altra parte, come si diceva, il Pd – ma anche LeU – ha dichiarato la propria contrarietà alla nomina di Foa.
Cosa succede se Foa non incassa i voti necessari (cioè se Forza Italia gli vota contro)? Innanzitutto, non sarà nominato presidente; inoltre, dovrà dimettersi dal Cda Rai. A quel punto, palla di nuovo al ministero dell’Economia: al dicastero di Giovanni Tria spetterebbe l’indicazione di un nuovo nome.