A dir poco furioso Francesco Boccia, deputato del Pd, dopo la soppressione con emendamenti presentati dal Governo della cosiddetta quota 96. L’esponente Pd, dalle colonne di Stampa e Repubblica, attacca l’esecutivo: “Il Mef (Ministero Economia e Finanze) ha voluto un braccio di ferro. Si è aperta una ferita. Io non ho forzato la mano, ma se il Parlamento si esprime in un certo modo e il governo risponde ‘ok, ma temiamo l’effetto emulazione’, allora di cosa parliamo? Se il Mef ignora e se ne frega di quel che dice il Parlamento, si tratta certamente di un problema grande come una casa”.
Boccia chiede all’esecutivo di trovare una soluzione: “Lo risolva il governo, il Senato o la Camera, l’importante è che si risolva il nodo. Il provvedimento va fatto entro agosto”. Con il premier Matteo Renzi “c’è stato un confronto, l’auspicio è che possa affrontare il tema in modo organico, dimostrando che vengono prima i problemi delle persone”, dice Boccia. “Ogni volta che si affrontano i temi sociali c’è una manina che non è d’accordo. Sarà la manina dell’austerity, ma si dovrebbe prendere atto che è finita una stagione”. “La copertura c’è, è la stessa del resto del decreto Madia” sottolinea Boccia. “È noto che quando c’è una divergenza politica tra governo e Parlamento si usa sempre questa motivazione per fermare i provvedimenti”.
CIVATI “MORTIFICANTE RETROMARCIA GOVERNO SU QUOTA 96” – “Mortificante retromarcia governo su quota 96” – “Esprimiamo forte rammarico per gli emendamenti che il governo propone al Senato destinati a modificare il DL 90 Madia, appena approvato alla Camera. È particolarmente mortificante la frenata su ‘quota 96’, uno stop inatteso che gela le aspettative di almeno 4000 lavoratori della scuola e sacrifica l’impegno di molti parlamentari del Pd che, da due anni, lavorano per trovare soluzioni per rimediare a un vero e proprio ‘errorè della legge Fornero, è sconcertante che lo si faccia su un atto sul quale è stata appena posta la fiducia”. Lo dichiarano Maria Grazia Rocchi e Giuseppe Civati, parlamentari Pd. “Non stiamo perseguendo interessi di un gruppo di privilegiati, bensì quelli di insegnanti e personale ATA ai quali non è stata data la possibilità del pensionamento, pur avendone i requisiti, perché la legge non ha considerato la specificità del lavoro nel settore scuola che non permette di cessare l’incarico -spiegano ancora Rocchi e Civati- se non con la conclusione dell’anno scolastico”. “Ma le convinzioni della Ragioneria dello Stato prevalgono, le coperture ipotizzate, si dice, sono insufficienti e il governo corre ai ripari con un emendamento soppressivo da proporre al Senato di che, questa volta, torna utile. Adesso è urgente che il governo valuti un ri-ripensamento, assuma in fretta altre decisioni che, se non prese rapidamente, rischiano di far slittare i pensionamenti e le conseguenti nuove assunzioni di personale scolastico, al settembre 2015. Occorre agire -concludono Rocchi e Civati- perché prevalgano le ragioni della politica, dei diritti dei lavoratori, del buon senso”.
Sempre su tema quota 96 scambio di tweet tra il giornalista Antonio Polito e lo stesso Boccia. Alla domanda del primo che chiede “come mai il governo boccia quota 96” il deputato democratico risponde secco “devi chiederlo al governo”
.@antoniopolito1 devi chiederlo al #governo. Sono+convinto di prima:diritti vengono prima di ragionieri e giochini di palazzo #quota96scuola
— Francesco Boccia (@F_Boccia) 4 Agosto 2014
E la risposta del governo non tarda ad arrivare. Il ministro Madia ha infatti annunciato l’intenzione dell’esecutivo di un provvedimento ad hoc per i lavoratori del comparto scuola.