Pertosse: vaccino e diagnosi, i sintomi di adulti e neonati
Pertosse: vaccino e diagnosi, i sintomi di adulti e neonati
Si riapre il dibattito sui vaccini; il caso salito agli onori della cronaca: due neonate sono morte a Bergamo dopo essersi ammalate di pertosse. Pare che le loro mamme non fossero, appunto, vaccinate; non avevano nemmeno una profilassi protettiva fanno sapere i medici. Quindi, nonostante una gravidanza condotta senza problemi, contratta la malattia, l’hanno trasmessa alle proprie figlie appena nate.
A causarla il batterio Bordetella pertussis; la pertosse può portare a conseguenze molto gravi – perfino alla morte (è uno delle principali cause di morte neonatale) – nel primo anno di vita. Secondi gli studi più recenti muore il 2% dei bambini con meno di un anno che ha contratto la malattia. I sintomi all’inizio sono molto simili a quelli di un comune raffreddore; negli adulti causa una forte e prolungata tosse (anche per oltre 10 settimane) che può portare anche al vomito e, addirittura, alla rottura delle coste. Invece, nei neonati non provoca tosse – o poca – ma delle apnee.
Pertosse: vaccino e diagnosi, i sintomi di adulti e neonati
Il famoso immunologo Roberto Burioni, da sempre in prima linea nelle campagne pro-vaccinazione, a tal proposito ha rilevato: “l’immunità contro questa infezione è sempre molto debole; le madri non riescono a trasmettere ai loro figli una quantità adeguata di anticorpi durante la gravidanza: alla nascita i neonati saranno quindi estremamente vulnerabili. Possiamo però proteggerli ugualmente; prima di tutto dobbiamo vaccinare la madre in gravidanza, affinché abbia anticorpi da trasmettere. Poi dobbiamo vaccinare tempestivamente e senza ritardi i bambini, in modo che quanto prima possano difendersi da doli da questa minaccia”.
La pertosse nei bambini troppo piccoli per essere vaccinati è una malattia gravissima. Si previene vaccinando la madre in gravidanza ed ostacolando la circolazione del batterio che la causa con la vaccinazione di tutti. #medicalfacts pic.twitter.com/1mzLWBjfJg
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) 2 agosto 2018