Giuseppe Uva: assolti i carabinieri in caserma, le motivazioni della sentenza

Pubblicato il 2 Agosto 2018 alle 16:06 Autore: Antonella Cariello
giuseppe uva

Giuseppe Uva: assolti i carabinieri in caserma, le motivazioni della sentenza

Dopo la prima assoluzione per gli 8 uomini dell’Arma accusati di lesioni aggravate ai danni di Giuseppe Uva, muratore 43enne, emanata dalla Corte d’Assise di Varese, il controverso caso giudiziario intorno al mistero su ciò che avvenne quella notte del 14 giugno 2008 a Giuseppe Uva prende una reiterata piega: assolti in primo e, stavolta, anche in secondo grado i 6 poliziotti e 2 carabinieri accusati della morte di Uva. Ma quali sono state le motivazini avanzate dai giudici? Vediamo cosa è accaduto.

Perché la Corte si è pronunciata a favore dei carabinieri. Le motivazioni

A seguito della assoluzione depositata dalla Corte di Varese, è stata la Procura Generale di Milano ad impugnare la sentenza e ad avviare, nel marzo 2018 il processo di 2°grado. A presiedere la corte d’Appello  di Milano il giudice Maria Grazia Bernini che ha sentenziato che la condotta degli imputati non è stata tra le cause a concorrere al decesso dell’uomo. Impossibile, infatti, provare che siano stati posti in essere atti aggressivi se non quelli finalizzati a limitare la resistenza opposta da Giuseppe Uva al momento del fermo in strada.

Giuseppe Uva era infatti affetto da una gravissima malformazione al cuore e il suo quadro clinico era stato pericolosamente incrinato dall’assunzione di smodate quantità di alcol. La condotta degli 8 indagati, dunque, non può aver in alcun modo influito sulle condizioni dell’uomo. Riconfermate, insomma, le versioni esposte  dai Pm che sostennero le prime indagini, Agostino Abate e Sara Arduini, che per primi sostennero la tesi dell’assenza di atti violenti.

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Cosa è accaduto a Giuseppe Uva: perché questo caso è così dibattuto

Si tratterebbe dell’ennesimo caso di abuso di potere da parte degli uomini in divisa? Per Lucia Uva, sorella di Giuseppe, dopo avergli fatto visita in obitorio la risposta sulla sua morte ricade indubbiamente sulla violenza e le sevizie che avvennero sul fratello la notte in cui fu condotto nella caserma di via Saffi a Varese, arrestato dopo che, in stato di semi alterazione di coscienza per eccesso di alcol, insieme all’amico Alberto Biggiogero, avevano richiamato l’intervento di almeno due pattuglie per aver bloccato il traffico, spostando delle transenne in mezzo alla strada. Giuseppe Uva, però, dopo una breve corsa prima delle manette, non sopravvive alla notte in caserma e muore alle 11 del 14 giugno 2008 nel reparto psichiatrico dell’ospedale Circolo, dove era stato condotto per atti di autolesionismo durante la permanenza in caserma.

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