Niki Lauda: incidente Nurburgring, la dinamica esatta e le conseguenze
Niki Lauda: incidente Nurburgring, la dinamica esatta e le conseguenze
Dinamica incidente Lauda nel 1976
Sono oramai trascorsi già 2 giorni dall’anniversario di quel fatidico giorno. Il 1° agosto 1976 sul circuito di Nurburgring il campione di Formula 1, Niki Lauda rimaneva coinvolto in uno degli incidenti più brutti della competizione. Quale fu la dinamica? E quali furono le conseguenze dopo quel tragico giorno? Riviviamo insieme quei momenti e facciamo una dettagliata ricostruzione.
Niki Lauda: Germania, gran premio di Nurburgring
Decima prova del gran premio di Germania del 1976. Lauda è in difficoltà, in qualifica non riesce a stare davanti al suo rivale James Hunt con la sua McLaren. Aveva appena piovuto, Lauda aveva scelto gomme rain (da pioggia) ma nel primo lunghissimo giro qualcosa cambiò, i piloti con gomme slick (da asciutto) avevano avuto notevoli vantaggi, Lauda allora effettua un pit-stop per cambiare le ruote e riparte per recuperare tempo e posizioni. Alle 14.31 di quel primo di agosto, l’orologio si fermò, la Ferrari 312 t2 alla curva Bergwerk esce di strada, la vettura colpisce una roccia al di fuori del circuito, l’auto rimbalza e finisce al centro della pista con Lauda privo di casco, perso a causa dell’urto. La Ferrari prese fuoco, Niki rimase ostaggio della vettura, alcuni colleghi si fermarono per aiutarlo, tra questi: Harald Ertl, Guy Edwards, Brett Lunger. Un vero e proprio salvatore fu però Arturo Merzario che lo estrasse in fiamme dalla macchina. Le condizioni erano gravissime, non solo per le ustioni quanto anche per le inalazioni di benzina. Lauda veniva dato per finito, un recupero record lo riportò in pista, quell’anno perse il titolo per un solo punto di distacco.
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Niki Lauda: lo strepitio di un mozzo, guasto meccanico o errore del pilota
Lauda di quel giorno non ricorda assolutamente nulla se non “lo strepitio di un mozzo”. A quei tempi si crearono due agguerrite fazioni, una che dava la colpa al pilota e ai rischi che gli si era preso, un’altra che paventava l’ipotesi di un guasto meccanico. La seconda ipotesi tra l’altro viene riportata anche nel film “Rush”. Perde del tutto sostanza la terza ipotesi secondo la quale Lauda si era schiantato a causa di una placca di umido. Alla Bergwerk chilometro 11 del circuito Lauda entrò a 220/230 chilometri orari, le fonti dell’epoca però dichiararono che l’asfalto era asciutto, c’era del bagnato solo alla curva precedente. Nel libro Meine Story del 1985 Lauda accredita la tesi del guasto meccanico. Il capo vettura Ermanno Cuoghi ipotizzò il cedimento di una barra in magnesio che collegava motore e sospensione. Non tutti sanno però che il 6 agosto una perizia meccanica a cura degli ingegneri Nosetto e Galmanini, rispettivamente Segretario e Presidente della commissione tecnica CSAI, nell’analizzare i resti della vettura tornata a Maranello esclusero la causa del guasto tecnico. Sulla vicenda rimane da sempre un alone di mistero.
Francesco Somma