Reddito di Cittadinanza e Flat tax al via: quando partono per Tria
Quando partono Reddito di Cittadinanza e Flat tax
L’esecutivo prova chiudere le partite in corso prima della pausa estiva. Dopo l’ok di Montecitorio, Dl dignità verso l’esame del Senato tra martedì e mercoledì (dipende dalla volontà di porre la fiducia o meno). Si stringe anche su Dl Motovedette, a cui potrebbe aggiungersi un altro provvedimento sull’immigrazione, e Dl Funzione Pubblica. Per il Milleproroghe serve solo il via libera definitivo. Tuttavia, in cima alle priorità di Conte, Di Maio e Salvini restano Flat Tax, Reddito di Cittadinanza e il superamento della Legge Fornero. In queste ore, vengono registrate importanti novità su questo versante.
I caposaldi del programma pentaleghista sarebbero pronti a partire già nel 2019 anche se in modo graduale. Infatti, le misure hanno incassato il benestare del Tesoro al primo vertice di governo incentrato sulla prossima Finanziaria. In una nota licenziata dal dicastero di Via XX settembre si sottolinea la “compatibilità tra l’avvio delle riforme e gli obiettivi di bilancio”. D’altra parte, il ministro Tria in ogni caso continua a raccomandare prudenza: il debito deve continuare a scendere e il deficit strutturale non deve peggiorare.
Reddito di Cittadinanza e Flat tax al via: quando partono per Tria
Tria ha già indicato al Parlamento il percorso che intende seguire; un tracciato ben ancorato ai due “paletti” appena elencati. I passi da compiere. In primo luogo, la revisione “limitata” dell’obiettivo di deficit programmatico, in questo momento fissato allo 0,8%. Poi il rispetto del tetto del 3%. Ora, al netto delle recenti rassicurazioni, difficile non notare una certa incongruenza rispetto al ritmo con cui M5S e Lega spingono sui rispettivi “cavalli di battaglia”.
I 5 stelle vorrebbero al più presto presentare al Senato una proposta che renda operativo il Reddito di Cittadinanza già a gennaio; il Carroccio, invece, vorrebbe accelerare su una “tassa piatta” al 15% solo per i commercianti. Insomma, i conti non tornano considerando che “di base” la Legge di Bilancio dovrebbe attestarsi a quota 24 miliardi circa. D’altro canto, entrambi i partiti sostengono che queste misure faranno da volano per l’economia, ponendo in secondo piano la questione delle risorse necessarie a sostenerle.