Nei corridoi del palazzo si rincorrono voci, spifferi, gole profonde. Da giorni deputati e senatori non parlano d’altro. Il patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi ha sostituito, 72 anni dopo, l’Assemblea Costituente di De Gasperi, Einaudi, Calamandrei e Togliatti. Le riforme ruotano intorno ad esso, non si muove una foglia senza il beneplacito di uno dei due contraenti (soglia di sbarramento, preferenze, senato elettivo…). E, come ha sottolineato lucidamente Antonio Polito sul Corriere, “le minoranze di ogni colore ne sono annichilite”. Oltre al capitolo riforme (Senato, Titolo V e legge elettorale), il patto sembra prevedere anche un accordo su giustizia e sul nuovo inquilino del Colle. Oggi è arrivata l’interrogazione parlamentare dei 5 stelle che vogliono vederci più chiaro: “Cosa c’è nel Patto del Nazareno? #Renzimetticilafaccia” è il titolo del post sul blog di Beppe Grillo che riprende per esteso il testo dell’interrogazione parlamentare a firma dei deputati Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista.
Sono stati giorni frenetici per il Senato. E, intanto, i giornali riportavano dichiarazioni sempre più esplicite di un accordo scritto e firmato nella sede democratica. Tutte tessere di un puzzle vicino alla composizione finale. “Non m’importa del Senato,l’accordo con Renzi è su Italicum e giustizia” (Silvio Berlusconi),“il patto del Nazareno non contiene alcuna clausola segreta” (Giovanni Toti), “il convitato di pietra è il patto del Nazareno” (Loredana De Petris), “cosa c’è di segreto in questo patto, se non far funzionare la democrazia?” (Davide Faraone), “il patto del Nazareno è un atto parlamentare, può piacere o no” (Matteo Renzi), “è evidente che non c’è alternativa al patto del Nazareno se si vogliono fare le riforme” (Maria Rosaria Rossi, 01-08), “ma vi pare che io firmi una cosa con Berlusconi e la metta in un cassetto? Questa è la tipica cultura del sospetto di una parte della sinistra italiana”(Matteo Renzi). Qualcuno confessa, altri negano, tutti sanno.
“Il presidente del Consiglio- si legge nell’interrogazione dei 5 stelle- ha sostenuto che il patto sarebbe un vero e proprio atto parlamentare. Si tratta però di un atto parlamentare che l’interrogante non è riuscito a reperire da nessuna parte” perciò “gli interroganti intendono sapere se il Presidente del Consiglio dei ministri non intenda riferire con urgenza al Parlamento in merito ai dettagli di quello che viene comunemente chiamato ‘patto del Nazareno’ e se non intenda rendere pubblico il testo in formato cartaceo dell’accordo stesso con Silvio Berlusconi”. Se è noto ai più che l’accordo sia stato trovato su legge elettorale e riforma del Senato, nulla si sa sulla giustizia e sul nome del possibile successore di Giorgio Napolitano (una donna al Quirinale?), anche se il Fatto venerdì scorso riportava la notizia di una clausola anti-Prodi. Gli elettori sul web fremono e si auspicano che, come disse Rodotà, “Renzi tolga il segreto di Stato dal patto del Nazareno”. Ora la palla passa al premier.
Giacomo Salvini