Busta paga e permessi non goduti, come aumentare lo stipendio
Stipendio e permessi non goduti in busta paga
I permessi non goduti – sono visibili in busta paga – possono essere monetizzati. Infatti, a differenza delle ferie che non possono essere sostituite da un indennità, entro un certo termine, i permessi non goduti possono essere trasformati in retribuzione. In sostanza, il lavoratore può rinunciare a usufruire dei ROL (Riduzione orario di lavoro) nell’anno in cui vengono maturati, quindi, scegliere di farseli pagare.
A chi spettano i ROL?
Spettano sia a chi ha un contratto a tempo determinato sia a chi ne ha uno a tempo indeterminato; l’importante è che l’impiego sia full-time, cioè 8 ore al giorno di lavoro.
Tale situazione si verifica spesso nel caso di contratti a tempo determinato, in particolare, se sottoscritti da lavoratori stagionali. In questi casi è difficile che il lavoratore riesca a usufruire dei permessi entro il termine del rapporto di lavoro; dunque, al termine del contratto, i permessi si traducono in retribuzione.
Busta paga e permessi non goduti, come aumentare lo stipendio
In generale, ogni anno, i lavoratori hanno un certo numero di giorni di permesso a disposizione in base a quanto stabilito dalla contrattazione nazionale. Possono usufruirne entro il 30 giungo di ogni anno. Se non usufruiscono di tutti i giorni di permesso entro questa data, il datore di lavoro è obbligato a pagare il numero di permessi rimasti con la busta paga di giugno.
Il problema del Bonus Renzi
Ora, un problema sottolineato da molti è la possibilità di perdere il bonus Renzi in seguito alla monetizzazione dei permessi. I fiscalisti, di solito, consigliano di chiedere alla propria azienda di non erogare il bonus nell’anno in cui spetta per farselo accreditare con la dichiarazione dei redditi 2019 o di un anno ancora successivo.