Riforme, Senato: sì alle modifiche sull’elezione del Presidente della Repubblica. Cancellati Cnel e Province
Continua la discussione in Senato sul ddl riforme. Tra le novità, l’approvazione degli articoli 21-25 sull’elezione del Presidente della Repubblica e il quorum per la valididità dei referendum.
Per tutta la giornata del 6 agosto il Senato è stato protagonista di un’accesa discussione sulle modalità di elezione del Presidente della Repubblica, fino ad arrivare all’approvazione degli articoli 21 – 25.
Il Senato ha approvato l’art. 21 del ddl: vengono aboliti i delegati regionali e modificato il quorum. Così recita l’articolo: “L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza dei due terzi dell’assemblea. Dopo il quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dell’Assemblea. Dopo l’ottavo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.
Il Senato ha approvato anche gli artt. 22, 23 e 24 di modifica della Costituzione, in vista del nuovo Senato: il Presidente della Repubblica avrà il potere di scioglimento della sola Camera e in caso di impossibilità a svolgere le sue funzioni, il suo posto sarà preso dal Presidente della Camera.
Alla luce della discussione in Senato, Maria Elena Boschi non esclude modifiche alla platea che dovrà eleggere il capo dello Stato nel passaggio alla Camera. Il ministro ha dichiarato che: ” il governo, per quanto può ed è di sua competenza è assolutamente disponibile, nel percorso parlamentare alla Camera, a ritornare su questo argomento e individuare una modalità di elezione del Presidente della Repubblica che ne rafforzi la terzietà e il ruolo di garanzia” – e aggiunge: “le posizioni di partenza su questo punto erano lontane e si è cercata una convergenza in Commissione che potesse migliorare la proposta del governo consentendo un accordo tra i vari gurppi. Sappiamo che il testo è ancora perfettibile e migliorabile.”
Bocciato l’emendamento del senatore Miguel Gotor (Pd) che aveva proposto l’allargamento ai deputati eletti al parlamento europeo della platea che elegge il Presidente della Repubblica. L’emendamento e’ stato respinto con 156 voti contro 110, 18 gli astenuti. Con un emendamento, presentato dalla relatrice Anna Finocchiaro, viene garantito un seggio a vita agli ex Presidenti in Senato.
Durante la duscussione in Senato il Presidente Piero Grasso ha ha dichiarato inammissibili gli emendamenti che proponevano l’elezione diretta del capo dello Stato, cone richiesto anche dal capogruppo Pd Luigi Zanda.
Grasso ha anche escluso tutti gli emendamenti successivi su modifiche a firma di Governo e ruolo del Presidente del Consiglio.
LE MODIFICHE – Con 179 voti favorevoli, 40 contrari e 8 astenuti viene poi approvato l’art. 25 del ddl. Questo articolo toglie al Senato il potere di concedere e revocare la fiducia al Governo.
Nel frattempo i relatori del ddl hanno riportato le firme per il referendum a 500 mila, ma introducendo un quorum più basso per la validità dello stesso con 800 mila firme, calcolando sulla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni. In caso contrario servirà la maggioranza degli aventi diritto.
Articolo 26: viene modificato l’art. 96 della Costituzione e prevede che solo la Camera potrà concedere l’autorizzazione a procedere nei confronti del Presidente del consiglio e dei ministri.
Con l’art. 27 viene abolito il Cnel (203 si, 11 no e 7 astenuti) e con l’approvazione dell’art. 29 viene modificato l’art. 114 della Costituzione e sono eliminate le Province.