Controlli fiscali 2018: trasferimento estero, come superare gli accertamenti

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Controlli fiscali 2018: trasferimento estero, come superare gli accertamenti

Controlli fiscali residenti esteri, come si eseguono


Trasferirsi all’estero può comportare una serie di controlli da parte del fisco. Innanzitutto, è l’effettiva residenza in un altro paese a essere verificata, quindi, bisogna sottolineare che la buona riuscita dell’iscrizione all’AIRE è sotto completa responsabilità del richiedente. Tuttavia, l’avvenuta iscrizione all’anagrafe dei residenti all’estero è solo il primo passo per superare gli accertamenti fiscali.

Infatti, sempre riguardo alla residenza esistono tutta una serie di requisiti da soddisfare: più della metà dell’anno solare dovrà essere trascorsa all’estero, per esempio, ed è necessario dimostrarlo “carte alla mano”. Anche i propri interessi devono soddisfare la stessa condizione; molto più difficile produrre le prove in questo caso: non si intendono solo quelli patrimoniali ma anche sociali e familiari.

Controlli fiscali 2018: trasferimento estero, come superare gli accertamenti

Cosa fare e non fare per superare i controlli?

Restando il fatto che ogni comportamento elusivo nei confronti del fisco va scoraggiato, non è semplice elaborare una guida a tal proposito. D’altra parte, per dimostrare l’avvenuto trasferimento all’estero, può essere d’aiuto non avere intestate in Italia utenze, conti correnti o Partite Iva; tantomeno case o quote societarie. A conti fatti, non è illegale continuare ad avere quanto elencato sopra intestato in Italia, però, ciò potrebbe innescare dei controlli fiscali approfonditi.

Come produrre le prove dell’effettivo trasferimento?

In questo caso posso aiutare i dispositivi personali; lo smartphone, in primis, o il telepass. Insomma, tutti i dispositivi che tracciano gli spostamenti. È chiaro poi che allo stesso modo potrebbero essere utilizzati dal fisco per verificare la correttezza delle informazioni fornite.

Come avvengono i controlli dell’Agenzia delle Entrate?

L’Agenzia delle Entrate cercherà di reperire quante più informazioni possibili. L’indagine sul contribuente partirà dagli uffici dell’ultimo comune di residenza fiscale in Italia; dunque, dall’anagrafe delle popolazione residente. Passa poi all’anagrafe tributaria; verranno controllati gli atti riguardanti tutti i movimenti di denaro.

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