La bocciatura dell’Istat è stata pensante. Ma il premier Matteo Renzi non si perde d’animo e incita i suoi ad andare avanti. “Il dato è negativo – dice Renzi in un’intervista al Messaggero – certo. Bene: vuol dire che noi lavoreremo di più. La grande chance è trasformare questo numero in occasione di accelerazione delle riforme”. E ai parlamentari che “si lamentano di un eccesso di provvedimenti in aula. Ebbene, rispondo che semmai, dopo questi risultati economici, dobbiamo accelerare ancora di più”. Il governo aveva previsto una crescita dello 0,8 e, invece, si è trovato davanti un calo dello 0,2%. Come è stato possibile sbagliare le stime in un modo tanto clamoroso? “Tutti i previsori hanno fatto stime superiori alla realtà ma io non mi soffermerei troppo sul dato, o rischio di diventare come tutti quelli che di fronte a un risultato negativo cercano giustificazioni”.
Renzi non cerca scuse e assicura che “non esiste un problema economico. E questo è il motivo per cui non c’è una manovra in vista”. Dato negativo, ripete il presidente del Consiglio, ma con Letta andava peggio. “Siamo partiti che avevamo lo spread a 200 e da una situazione di Pil a -1,8, quelli sì che erano dati negativi. Oggi siamo a un Pil che è a -0,3 mentre ci aspettavamo più o meno un +0,5 per chiudere allo 0,8%. Però il punto centrale per noi è non toccare minimamente la manovra di bilancio di quest’anno, a proposito della quale ricordo che abbiamo fatto un taglio delle tasse. Per la prima volta, ripeto, si sono tagliate le tasse. Ancora non se ne vedono i risultati? Questi dati vanno fino a giugno: comprendono appena un mese di bonus e l’abbassamento dell’Irap neppure c’era. I famosi 80 euro -conclude Renzi- valgono per un sesto appena”.