Dal Blog: L’esibizione del feticcio

Pubblicato il 11 Aprile 2012 alle 16:14 Autore: Eugenio Angelillo
Dal Blog: L’esibizione del feticcio

E insomma ieri sera pare che Maroni si sia preso la rivincita di quando nel 1994, a un passo dall’espulsione, fu costretto ad un umiliante autodafe’ , tanto da far dire alla Pivetti, allora ancora in auge, che sembrava un “rieducato di Pol Pot”. L’esibizione del feticcio Bossi sul palco di Bergamo costringendolo a umilianti pubbliche scuse e’ pero’ al tempo stesso un segnale di forza e di debolezza. Il segnale di forza consiste appunto nell’esibizione del feticcio, a mo’ di burattino. Il segnale di debolezza risiede nel fatto che Maroni, per aspirare al comando, deve esibire il feticcio, per ottenerne, anzi estorcerne, l’investitura di fronte ai militanti. Insomma Maroni ammette implicitamente che non ha la forza, o la voglia, prendere il partito manu militari dimostrando, alla fin fine, di non aver capito la genesi dei problemi della Lega che risiedono, tra le altre cose, nel personalismo del partito, la cui transizione passa per investitura dall’altro, come in una monarchia, e non in una elezione dal basso.

Il “cerchio magico” quale espressione della corte del principe ne e’ la conseguenza diretta, e il sostituire il despota rincoglionito con un sovrano sognante, non cambia i termini della questione, perché il sovrano necessita comunque di una corte e al “cerchio magico” ben presto si sostituirà una “confraternita maronita“.

Inoltre e’ anche pericolosa per lo stesso Maroni. Basta guardare il povero Alfano, che dopo essere stato nominato, ha scoperto che gli manca quel quid per diventare effettivamente il leader del partito, nonostante gli innumerevoli guai del suo predecessore.

Purtroppo per Maroni questa concezione e’ insita nella Lega fin dalle sue origini. Il “padroni a casa nostra” sottintende che il problema non e’ l’organizzazione della casa, ma il suo padrone, nella visione leghista. E cosi’ anche il loro tanto gabellato federalismo non e’ altro che una somma di centralismi regionali, che non intaccano i problemi della cosa pubblica della sua organizzazione, gestione ed efficienza, e infatti appena si sono assisi sulle cadreghe locali hanno cominciato a comportarsi come tutti gli altri.