Manuela Bailo è morta, ritrovato il cadavere. La dinamica dei fatti
Manuela Bailo era scomparsa la sera del 29 luglio a Neve, paesino del bresciano. La trentacinquenne viveva con il suo ex fidanzato e, quel pomeriggio, era uscita di casa dicendo di voler andare al lago con un’amica. La ragazza non avrebbe mai più fatto ritorno a casa.
Dal suo cellulare era partita una serie di messaggi rassicuranti, destinati al convivente e alla sorella. Quegli SMS, però, li aveva scritti il suo assassino per cercare di depistare le indagini.
La ragazza bresciana, quella sera del 29 luglio, aveva infatti appuntamento con un uomo più grande, sposato, con il quale aveva avuto una relazione circa due anni fa.
Il quarantottenne, al rientro dalle vacanze, è stato ascoltato dagli inquirenti e, dopo un lungo ed estenuante interrogatorio, ha confessato l’omicidio.
Manuela Bailo è morta, uccisa dall’ex amante
L’uomo, bresciano e collega di lavoro di Manuela, in seguito ad un forte litigio ha aggredito la trentacinquenne, uccidendola. Dopo aver commesso l’atroce delitto, ha sepolto il corpo della giovane donna in un vecchio casolare e ha nascosto la sua auto. Dopo di che, ha architettato il terribile piano.
Ha inviato i falsi SMS ai familiari della vittima e poi, con moglie e figli, è partito delle vacanze, pensando che, così facendo, i sospetti non sarebbero mai caduti su di lui.
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Manuela Bailo è morta, le indagini
Di Manuela Bailo non si avevano più tracce dallo scorso 31 luglio. I carabinieri della Squadra Mobile di Brescia avevano fin da subito iniziato le indagini e aperto un fascicolo per rapimento; non credendo fino in fondo all’ipotesi di allontanamento volontario.
Pochi giorni fa, mentre il quarantottenne bresciano si trovava ancora nel luogo di villeggiatura, aveva rilasciato una dichiarazione agli inquirenti, via telefono. Durante il colloquio, l’uomo aveva sostenuto che la sua storia con Manuela era terminata due anni prima e che non la sentiva da allora.
Grazie ai tabulati telefonici, però, i carabinieri hanno scoperto che, in realtà, il pomeriggio del 29 luglio la donna aveva appuntamento proprio con lui; colui il quale sarebbe diventato poi il suo assassino.
Non sono ancora chiare le motivazioni che abbiano spinto il quarantottenne a compiere il folle gesto, con molta probabilità premeditato.
Maria Iemmino Pellegrino