Accadde Oggi, 23 agosto: il patto Molotov-Ribbentrop che unì nazisti e comunisti

Pubblicato il 23 Agosto 2018 alle 07:00 Autore: Tommaso Lolli
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Accadde Oggi, 23 agosto: il patto Molotov-Ribbentrop che unì nazisti e comunisti

Interessi convergenti possono portare alla stipula di alleanze o associazioni tra due o più Stati, i quali, nonostante le differenze, le passate ostilità e l’odio reciproco, decidono di accordarsi in modo tale da raggiungere un fine comune.

La Triplice Alleanza: un Alleanza ambigua

Un esempio rappresentativo potrebbe essere la Triplice Alleanza stipulata tra Italia, Austria-Ungheria e Germania il 20 maggio 1882. L’Italia aveva dei contenziosi con l’Austria a causa della presenza dell’Impero in Friuli, Istria, Dalmazia e Trentino e per dì più era stata precedentemente in guerra (nel 1866). L’Austria, invece, nutriva odio verso l’Italia sia per le precedenti ostilità, sia per il fatto che il Regno italiano finanziava l’irredentismo italiano in territorio imperiale, il quale destabilizzava la convivenza civile all’interno dei confini asburgici. Eppure, fatte tali premesse, entrambe si ritrovarono alleate per evitare l’isolamento rispetto alle altre potenze e per raggiungere i loro obiettivi (l’Italia con la sua idea di un Impero coloniale e l’Austria-Ungheria con il suo progetto di una spinta verso il Mar Egeo).

Nonostante ciò, nel parlare di ambiguità, nulla regge il confronto con l’enigmatico Patto Molotov-Ribbentrop firmato il 23 agosto 1939 tra Unione Sovietica e Germania Nazista.

Il Trattato di Non-Aggressione tra URSS e Terzo Reich

Il Patto Molotov-Ribbentrop fu un trattato di non-aggressione tra i due Stati. Eppure, “de facto”, fu una breve alleanza tra le due Potenze autoritarie, in quanto le sfumature ed i contorni che incorniciavano i contenuti erano molto più simili a quelli di due Potenze che protendono verso un’alleanza. Difatti, all’opinione pubblica mondiale il Patto Molotov-Ribbentrop  venne reso noto solamente come un patto di non-aggressione con una durata di dieci anni. In realtà, il contenuto vero e proprio era un accordo strategico che copriva tutti i punti di politica estera che riguardavano personalmente i due Stati.

Le premesse per l’accordo. Sintesi della situazione tedesca e sovietica in Europa

L’incidenza di interessi che portò all’avvicinamento tedesco-sovietico ebbe origine dall’ordine mondiale imposto dal Trattato di Versailles. L’Unione Sovietica, vide un arretramento del proprio territorio, non solo a seguito delle conferme del Trattato di Brest-Litovsk (trattato di pace firmato tra Impero Zarista e Germania Guglielmina nel 1917, il quale sanciva la fine delle ostilità tra i due Stati), ma anche a seguito delle dichiarazioni di indipendenza di alcuni Paesi. Lettonia, Estonia, Lituania e Finlandia si resero indipendenti. La Polonia, dopo la guerra sovietico-polacca del 1919 acquisì territori della Bielorussia e dell’Ucraina. Inoltre, il Cordon Sanitaire, deciso a Versailles al fine di evitare l’espansione bolscevica in Europa, limitava l’influenza che l’URSS poteva esercitare nel continente.

La Germania, invece, era uscita vittoriosa dagli accordi di Monaco. L’atteggiamento aggressivo di stampo hitleriano aveva sottomesso per un periodo le potenze occidentali (Francia e Inghilterra), le quali perseveravano, nonostante certe remore francesi, nella politica di appeasement. Eppure non bastò. La Germania cercava il conflitto e Francia ed Inghilterra cercavano di evitarlo pertanto, ogni volta, gli azzardi di Hitler, divenivano sempre più pericolosi. Prima la militarizzazione della Renania, il riarmo tedesco, l’occupazione dell’Austria ed infine, la Cecoslovacchia.

La questione della Cecoslovacchia

Fu la questione cecoslovacca che fece intendere all’Unione Sovietica quanto le potenze democratiche erano più interessate a compiacere il fascismo ché il comunismo. Infatti, quando gli occhi tedeschi puntarono la piccola repubblica Ceca, l’Unione Sovietica si fece difensore dell’indipendenza del piccolo stato. Ma per la difesa di tale Stato era necessario che la Polonia acconsentisse al passaggio di truppe Sovietiche nel proprio territorio. Per ottenere ciò, solamente un intervento di Francia e Gran Bretagna avrebbe potuto convincere la Polonia. Il diniego, sopratutto inglese, ad una tale azione diplomatica non permise la difesa della Repubblica Ceca. Anzi, la Conferenza di Monaco, voluta da Mussolini al fine di risolvere tale questione, vide l’assenza di due grandi elementi: URSS e Cecoslovacchia stessa. La politica dell’appeasement inglese prevalse, nonostante le proteste francesi (i quali erano interessati ad una alleanza difensiva verso la Cecoslovacchia), e la Germania ottenne prima i territori dei Sudeti (in maggioranza tedeschi) ed infine, l’occupazione totale del Paese.

Da quel momento,  il Lebensraum tedesco puntò verso l’ultimo attore dello scacchiere, ed anche verso il maggior azzardo di Hitler: la Polonia.

Il fallimento della politica inglese: verso il Patto Molotov-Ribbentrop

Il Trattato di Versailles per far sì che la neonata Polonia ottenesse uno sbocco sul mare decise di concedergli la città tedesca di Danzica. Tale concessione, separò di fatto, il territorio tedesco. La Prussia Orientale, pertanto veniva separata dalla madrepatria. Il Lebensraum tedesco prevedeva l’appropriamento di tale territorio. I continui rifiuti polacchi di perdere il loro unico sbocco sul mare uniti agli “incidenti ” lungo il confine creati ad hoc dalla Germania Nazista porteranno allo scoppio della seconda guerra mondiale. Eppure, prima che tutto accadesse l’Inghilterra, stavolta, unitamente alla Francia, decisero di offrire alla Polonia il loro supporto in caso di guerra con la Germania. Attenzione però, essi offrirono il loro supporto solamente, nel caso in cui, l’indipendenza polacca fosse stata messa a repentaglio e non la sua integrità territoriale. Pertanto, ancora nel ’39 tracce di appeasement erano presenti nella politica estera inglese.

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L’avvicinamento tedesco-sovietico

Tale trattato però mise in allarme i progetti hitleriani. Il Fuhrer non desiderava una guerra in Occidente dato ché tutti gli sforzi della Germania sarebbero dovuti essere utilizzati nella lotta finale contro il nemico naturale del Terzo Reich: l’Unione Sovietica.

Nonostante ciò, Hitler voleva la Polonia. Però, la storia è magistra vitae. E difatti, fin dall’epoca bismarckiana la storia ha insegnato alla Germania che non è possibile per lo Stato tedesco supportare una guerra su due fronti (vd. Prima Guerra Mondiale). L’unica soluzione era perciò necessario ritirarsi da una pretesa. L’opzione scelta fu una soltanto, per il momento, scendere a patti con l’URSS.

Entrambi gli Stati erano spinti da un desiderio di cambiare l’ordine imposto da Versailles. L’URSS per tornare ad influenzare l’Europa e la Germania, come si è detto, per prepararsi ad una guerra.

Stalin ed Hitler, fin dalla loro presa al potere, affermarono sempre che per sopravvivere uno dei due Stati, Germania o URSS, sarebbe dovuto essere annientato. Anzi, la Germania, per di più considerava gli stessi abitanti dell’Unione Sovietica come dei sub-umani che dovevano essere solo distrutti. Entrambi desideravano farsi la guerra a vicenda e ad entrambi però era necessario guadagnare tempo. La Germania doveva risolvere la questione ad Occidente mentre Stalin si apprestava ad affrontare le Grandi Purghe. Inoltre, Stalin, nonostante gli ultimi e disperati tentativi franco-inglesi di riavvicinarsi con la Russia, preferì trattare con la Germania nazista data la natura dei contenuti che un accordo con la Germania avrebbe avuto. Infine, non vanno sottovalutate le relazioni sovietico-nipponiche, le quali avrebbero potuto incrinarsi in qualsiasi momento data la natura belligerante dell’Impero del Sol Levante, pertanto un trattato con la Germania avrebbe garantito anche alla stessa Unione Sovietica di evitare una lotta su due fronti.

Il ministro degli Affari Esteri, Joachim von Ribbentrop partì per Mosca. Il suo obiettivo era guadagnare tempo in ogni modo possibile. Venne accolto da Stalin e dal suo ministro per gli affari esteri: Vjačeslav Michajlovič Molotov.

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I contenuti dell’accordo Molotov-Ribbentrop

Le trattative diplomatiche tra i due Stati furono veloci ed accontentarono entrambe le parti.

Ufficialmente l’accordo prevedeva un trattato di non-aggressione tra i due Stati. Tale accordo, secondo Hitler, avrebbe fatto sì che le Potenze Occidentali desistessero dai loro propositi di difesa della Polonia, in modo tale da concentrare la macchina bellica del Reich contro l’URSS.

Segretamente, invece, il trattato prevedeva la divisione in zone d’influenza dell’Europa Orientale.

La Germania dichiarò il proprio disinteresse verso il destino della Bessarabia. La zona di influenza tedesca si sarebbe spinta verso la Lituania mentre Estonia, Lettonia e Finlandia sarebbero cadute all’interno della zona d’influenza sovietica.

Infine la parte più importante: il destino della Polonia. Entrambi gli Stati erano interessati ai territori polacchi per via del loro irredentismo. Quindi, venne stabilita, in segretezza, la clausola per la spartizione della Polonia.

La Germania avrebbe invaso la Polonia ad Ovest, mentre l’URSS da Est. Il confine venne stabilito lungo il  fiume Vistola. Riguardo alla creazione di un futuro Stato Polacco, la questione sarebbe stata risolta successivamente.

Firmato il trattato, la guerra, inevitabile, tra i due Stati rimaneva una questione di tempo. Entrambi erano consci del fatto che prima o poi l’uno avrebbe invaso l’altro, il tutto dipendeva nella prontezza di una contro-risposta dell’altro.

Il Patto Molotov-Ribbentrop creò la credenza nel Fuhrer che l’Unione Sovietica fosse debole e non pronta ad un attacco, non prima di 5 anni. Pertanto, la guerra che aveva in mente andava condotta in fretta. Le Grandi Purghe staliniane accrebbero ulteriormente tale credenza. Nel frattempo, la maggiore potenza fascista era scesa a patti, nonostante le proprie idee nei confronti di slavi e bolscevichi, con la maggiore potenza comunista al mondo.

Le preoccupazioni del mondo Occidentale furono tante. Inghilterra e Francia credettero che questo patto si sarebbe trasformato successivamente in un trattato che avrebbe sancito un’ alleanza definitiva tra Terzo Reich e URSS.

Se tali credenze si fossero trasformate in realtà il destino dell’Europa sarebbe stato nelle mani unite fascio-comuniste.

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