Manuela Bailo: autopsia effettuata, qual è il movente dell’omicidio?

Pubblicato il 23 Agosto 2018 alle 12:04 Autore: Antonella Cariello
Manuela Bailo

Manuela Bailo: autopsia effettuata, qual è il movente dell’omicidio?

Difficile rispondere alla domanda che ruota da 26 giorni intorno al giallo del comune bresciano di Ospitaletto, teatro della morte della 35enne Manuela Bailo, da due anni impegnata in una relazione clandestina con Fabrizio Pasini, tredici anni più grande di lei, padre di due figli avuti da una donna a cui era ancora legato dalla fede nuziale. L’omicidio della Bailo è intinto dei toni del femmicidio? E, se così non fosse, cosa giustificherebbe l’occultamento del cadavere? Tentiamo una ricostruzione del giallo lombardo.

Sulle cause della morte di Manuela Bailo

Non si era pronunciato l’ex legale del reo confesso carnefice, Matteo Scapaticci, sugli eventi che hanno condotto alla morte della collega del suo assistito (entrambi lavoravano all’ufficio Uil) e sua amante. Quel che era certo era che, stando alle dichiarazioni di Pasini che erano state messe a verbale, non ci sarebbe né colpa né preterintenzione se davvero lei avesse battuto la testa al suolo, morendo sul colpo dopo che i due, nel pieno di una lite, si sarebbero spinti e lei sarebbe caduta dalle scale.

Questo sostenne dopo 23 giorni in cui aveva taciuto ogni responsabilità nella scomparsa della donna, per poi decidere di condurre gli inquirenti nella cascina abbandonata di Azzanello, nelle campagne cremonesi, dove aveva occultato il corpo della donna. Per dirimere ogni questione è stato quindi necessario disporre l’esame autoptico che il sostituto procuratore di Brescia, Francesco Milanesi, ha assegnato al medico legale Andrea Verzeletti. I punti che Milanesi si è prefisso di chiarificare mediante l’autopsia saranno la determinazione dell’ora del decesso, della circostanza di abbandono del corpo ancora agonizzante e, soprattutto, la causa della morte della giovane di Nave e, di conseguenza, la fondatezza delle dichiarazioni di Pasini.

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Tra pentimenti e silenzi, le ricerche non si fermano

L’ex avvocato Scapaticci – ricordiamo che Pasini si è poi affidato alla difesa di Pietro Paolo Pettenadu – ha poi aggiunto che il suo cliente sta mostrando un progressivo pentimento e una progressiva e dura consapevolezza per l’accaduto; un pentimento che, secondo la criminologa Roberta Bruzzone, non ha mai neppure sfiorato l’assassino che, dopo la morte di Manuela, lo scorso 28 luglio, si è dato al buon tempo con una vacanza in Sardegna insieme a moglie e figli.

Gli inquirenti sono ancora sulle tracce dei due apparecchi cellulari che possedeva Manuela. Sembra infatti che, per depistare le indagini, sia stato Fabrizio Pasini a inviare gli ultimi messaggi a nome di Manuela. Tra questi, anche uno indirizzato all’ex fidanzato di lei, Matteo Sandri. Intanto, per celebrare le esequie di Manuela sarà necessario attendere il fine settimana, quando la salma sarà restituita, dopo l’autopsia, ai familiari. Tra loro, la mamma di Manuela aveva da sempre nutrito sospetti su Fabrizio dietro la scomparsa della figlia.

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