Botta e risposta tra il M5s e il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. I grillini in mattinata hanno accusato il Guardasigilli. “Il blocco in atto sulla giustizia è un forte indizio che indica che questo tema è nel patto del Nazareno“. I Cinquestelle hanno sottolineato come un segnale forte in questa direzione arrivi dal fatto che “si sono congelate le elezioni dei membri del Csm e della Corte costituzionale che il Parlamento doveva fare, oltre al fatto che Renzi aveva indicato il 30 luglio come data per il varo della riforma della giustizia, che non c’è stato”.
Pronta la replica del ministro Orlando che nega qualsiasi patto sottobanco sulla giustizia. “La riforma della giustizia è frutto di un’elaborazione che nasce nell’ambito della maggioranza di governo, non da altri patti“. “A M5s ho riferito la nostra posizione: la maggioranza dalla quale partiamo necessaria per fare questo tipo di riforme è diversa da quella necessaria per modificare la Costituzione”, ha continuato Orlando. “Abbiamo spiegato i nostri provvedimenti – ha aggiunto – che sono frutto di una elaborazione che nasce nell’ambito della maggioranza e non da altri patti”.
Il ministro ha poi parlato dell’incontro avuto ieri con la delegazione di Forza Italia. “Quello di ieri con Forza Italia è stato un incontro molto interlocutorio. Ho sempre detto che la riforma della giustizia non sarebbe stata una passeggiata. Differenze ci sono su alcuni ambiti, per esempio le intercettazioni, ma non darei una valutazione ultimativa”. “Abbiamo presentato le nostre proposte sulle questioni della riforma della giustizia – ha spiegato il ministro – ma è stato un incontro che definirei molto interlocutorio, su cui ritengo non ci siano elementi di valutazione finale. Si potrà avere un giudizio più definitivo alla luce dei testi e degli articolati”.