Assicurazione RC auto: investimento volontario va risarcito, la sentenza.
Sentenza investimento volontario e assicurazione
Per quanto riguarda l’assicurazione RC auto obbligatoria, la copertura assicurativa copre anche il danno provocato dal conducente con dolo. Perciò, il danneggiato ha il diritto di ottenere un risarcimento dell’assicuratore non trovando applicazione la norma di cui all’art. 1917 c.c.. A dichiararlo, la Corte di Cassazione a seguito di una vicenda.
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Assicurazione RC auto: il danneggiato va risarcito
Secondo la Corte di Cassazione, l’assicurazione deve essere pronta a risarcire il danneggiato in caso di sinistro doloso. Se quindi l’autovettura sia stata utilizzata come strumento offensivo nei confronti di un pedone. La normativa sull’assicurazione RCA obbligatoria non ha solo una funzione di copertura del rischio del soggetto assicurato, ma anche di strumento di protezione e risarcimento del danneggiato. Nei rapporti tra assicurato e assicuratore, il comportamento doloso del primo non consente di ottenere il risarcimento del danno. Appare impensabile l’esempio di una persona che, in modo volontario, simuli un incidente per ottenere una buona somma di denaro.
Altro caso riguarda i rapporti tra danneggiato ed assicuratore. In questa situazione, la polizza agisce anche nel caso di infortunio determinato da volontarietà del conducente. La tutela del danneggiato infatti opera al di là dalle clausole contrattuali di polizza stipulate dall’assicurato. Quindi la polizza opera nel momento in cui si verifica la “circolazione del veicolo”, unico presupposto necessario e per usufruire del diritto di terzi danneggiati al risarcimento.
Assicurazione RC auto: la sentenza
La sentenza per quanto riguarda un sinistro doloso è quella di tentato omicidio (nel caso in cui il pedone venga investito). Si passerebbe per via penali, avendo messo in pericolo la vita di un’altra persona. Una vicenda simile ha visto coinvolti un pedone e un automobilista. Un uomo era stato dolosamente investito dal conducente di autovettura a seguito di una manovra di retromarcia intenzionalmente offensiva, per la quale quest’ultimo era stato riconosciuto colpevole in sede penale per tentato omicidio.
Questa quindi la sentenza che supererebbe le pratiche civili, entrando in quelle penali oltre a garantire il risarcimento a chi ha subito l’infortunio.