Accadde Oggi, 27 agosto: si firma il Patto Briand-Kellogg. La storia

Pubblicato il 27 Agosto 2018 alle 10:17 Autore: Tommaso Lolli
Accadde oggi 27 agosto Patto briand-kellogg

Accadde Oggi, 27 agosto: si firma il Patto Briand-Kellogg. La storia

La Grande Guerra non lasciò né vinti né vincitori. Una carneficina che venne portata avanti dal 1914 al 1918. 

La miccia che fece esplodere l’Europa, ed il mondo intero, fu l’idea di mantenere il proprio ruolo di potenza nella scena internazionale. Dopo 4 anni di guerra il mondo era stanco, spossato. Milioni di morti, danni immensi alle economie nazionali (le quali dovevano convertire la propria produzione da bellica a civile), tanti, troppi mutilati di guerra ed infine, il rientro nella vita civile di soldati psicologicamente distrutti e non più in grado di rientrare nella società civile.

I 14 punti di Wilson e la Società delle Nazioni: il periodo più promettente per l’instaurazione di un nuovo ordine internazionale

Durante le trattative di pace, una voce fuori dal coro (ovvero estranea ai giochi politici europei) si impose affinché un tale massacro  non avvenisse più sulla faccia della terra. Tale proposta fu avanzata dal presidente americano Woodrow Wilson tramite i suoi 14 punti. I 14  punti di Wilson, tralasciando alcuni aspetti, proponevano la creazione di una Società delle Nazioni all’interno della quale le nazioni potessero superare le proprie diatribe attraverso l’utilizzo del mezzo diplomatico e non bellico.

Dalla pace di Versailles a Locarno fino a Briand-Kellogg: una nuova speranza europea

Con la pace di Versailles l’Europa venne riformata secondo le linee guida delle potenze “vincitrici” della Prima Guerra Mondiale: Francia e Gran Bretagna. Gli Stati Uniti, sfortunatamente, dovettero indietreggiare dalle trattative in quanto prevalse l’idea degli USA isolazionisti e non-interventisti negli affari europei. Una scelta del genere non solo lasciò mano libera alla vendetta francese sui tedeschi ma indebolì la creatura di Wilson: La Società delle Nazioni. Difatti, la scelta isolazionista americana ebbe come conseguenza l’abbandono degli USA dell’organizzazione internazionale da loro fondata e quindi un indebolimento dell’organizzazione nella risoluzione delle controversie internazionali.

La pace imposta da Versailles lasciò molti vuoti e sopratutto deluse chi pensava che tale pace avrebbe posto fine a qualsiasi volontà di “revanche” dei Paesi sconfitti. Non fu così. La pace aprì nuove fratture ed approfondì quelle già esistenti.  Per ovviare a ciò, l’unica speranza era quella di risolvere singolarmente i problemi tramite l’utilizzo della diplomazia.

Il Trattato di Locarno: la pace perpetua e i primi segnali del Briand-Kellogg

I governanti degli Stati Europei erano consci dei danni che la grande guerra aveva causato e desideravano che un tale evento non scoppiasse più nel continente e neanche nel mondo. Pertanto, l’unico modo era risolvere le diatribe e appacificare coloro che erano rimasti insoddisfatti dalla pace di Versailles.

Ovviamente, il primo Stato che aveva necessità di riconquistare uno spazio a livello internazionale dopo la gogna a livello mondiale che aveva subito era la Germania. Nonostante la presenza di un organo sovranazionale, il cui compito era quello di vegliare sulla pace e di favorire gli accordi tra gli Stati, i Paesi europei preferivano agire ancora, a causa sopratutto dell’assenza americana, con accordi regionali. Tali accordi erano ancora inquadrati nell’ottica del gioco di potenza stavolta di equilibrio. Difatti a Locarno, i rappresentanti di Germania, Francia e Belgio si impegnavano a un patto di non aggressione reciproca. Inoltre, tali stati riconoscevano i confini decisi da Versailles come immodificabili (nonostante ciò, il problema maggiore tedesco erano le frontiere orientali dato che il territorio della Prussia Orientale era diviso dal resto della Germania per favorire uno sbocco sul mare alla Polonia; pertanto, si può dire che il Trattato di Locarno nonostante i buoni propositi lasciò un vuoto importante). Al fine di mantenere l’equilibrio, Italia e Gran Bretagna garantivano l’inviolabilità dei confini.

Il trattato di Locarno, firmato nel 1925, venne salutato come un trionfo della pace dato che i Paesi che si erano combattuti pochi anni prima finalmente stabilivano come i loro confini fossero quelli, decidendo di abbandonare così qualsiasi rivendicazione territoriale. Sulla spinta di questi successi, comincia a forgiarsi il Briand-Kellogg.

Il patto Briand-Kellogg, sull’onda dell’euforia

Il periodo di euforia aperto da Locarno spinse i governanti europei ad alzare il tiro. Come i tedeschi con il trattato di Locarno, facendo buon viso a cattivo gioco, si erano lasciati aperti ancora una possibile strada per una probabile invasione dell’Est, cos’ i francesi, nonostante i trattati con la Germania, preferirono garantirsi una difesa contro la Germania nel caso in cui un’altra guerra fosse scoppiata.

Pertanto, il Ministro degli Esteri francese Briand propose al Segretario di Stato americano Kellogg un patto di non-aggressione al cui interno venisse inserita una clausola riguardante il ripudio della guerra come strumento di risoluzione di conflitti.

I francesi quindi erano interessati a vincolare gli americani in un patto anti-guerra. Così facendo, nel caso in cui la Germania avesse invaso la Francia, gli americani sarebbero dovuti intervenire al fine di salvaguardare le clausole del trattato che prevedevano sanzioni a chi avesse utilizzato la guerra.

Kellogg, dal canto suo, propose di ampliare tale progetto verso un trattato multilaterale in cui tutti gli Stati del globo si sarebbero impegnati ad evitare conflitti armati. All’appello americano risposero Italia, Giappone, Germania, Gran Bretagna ed altri, tanti, Paesi (Portogallo, Spagna, etc..).

La guerra, fino ad allora, considerata come simbolo della sovranità di uno Stato, venne ripudiata.

I primi due articoli di tale Trattato sono esemplificativi: “Articolo I: Le alte parti contraenti dichiarano solennemente in nome dei loro popoli rispettivi di condannare il ricorso alla guerra per la risoluzione delle divergenze internazionali e di rinunziare a usarne come strumento di politica nazionale nelle loro relazioni reciproche.
Articolo II: Le alte parti contraenti riconoscono che il regolamento o la risoluzione di tutte le divergenze o conflitti di qualunque natura o di qualunque origine possano essere, che avessero a nascere tra di loro, non dovrà mai essere cercato se non con mezzi pacifici. ”

Accadde un 27 luglio: la Francia e la rivoluzione contro la reazione

Accadde oggi, 27 agosto: I problemi di una pace perpetua dopo il Briand-Kellogg

Dopo la firma del trattato del 27 agosto 1928, i primi problemi iniziarono ad emergere.

Come prima cosa la debolezza del trattato era rappresentata dal fatto che non venissero specificate di che tipo le sanzioni sarebbero dovute essere in caso di violazione del trattato da parte di un Contraente. Inoltre, non era regolata la possibilità che ad utilizzare la guerra come strumento di offesa fosse uno Stato che non aveva ratificato il Patto. Pertanto, non si sapeva se fosse possibile un intervento o meno. Infine, Briand-Kellogg non regolava i diversi tipi di conflitti che possono scoppiare tra gli Stati. La guerra non è semplicemente uno strumento di offesa ma anche di difesa e difatti, la legittima difesa non era regolata, così come la guerriglia armata da parte di un gruppo o di un altro Stato.

Briand-Kellog non fu un esempio di trattato completo e perfetto, basti pensare alla sua reale origine. Però, è esemplificativo. Gli Stati erano mossi da un vero senso pacifista, nonostante tutti i cattivi presagi, perché essi avevano vissuto il dramma della guerra e sapevano cosa significasse e cosa avrebbe comportato.

Gli Stati, al contrario di quello che succede oggi, cercarono di imporre la pace tramite l’utilizzo della politica o della diplomazia senza paventare interventi militari o missioni di peace-keeping.

Come noto, il trattato non durò a lungo, ma alla fine della Seconda Guerra Mondiale tra i capi di accusa alla Germania nel processo di Norimberga vi fu quello di non aver rispettato le clausole del Patto siglato.

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