Il premier Matteo Renzi: “Italia non è mai stata fuori da recessione, ma possiamo farcela”
Non intende mollare: “Dalla recessione non siamo mai usciti tecnicamente”, ma “con buona pace di gufi e sciacalli, l’Italia non è finita e può continuare ad essere un punto di riferimento”. A parlare è Matteo Renzi, ospite alla trasmissione televisiva di La7 “In Onda”, che affronta il tema caldo dell’economia.
ITALIA CE LA PUO’ FARE – Pur avvertendo che “alcuni dati dicono che persino paesi come la Germania che hanno dati molto meglio dei nostri iniziano a dare segnali non belli”, Matteo Renzi continua a professarsi ottimista. Perchè l’Italia è “la seconda manifattura d’Europa, c’è domanda d’Italia nel mondo”. L’inversione di rotta ha dunque spazio per materializzarsi, ma ad una condizione: “l’Italia deve cambiare”.
RECESSIONE TECNICA – Il premier minimizza il concetto di recessione tecnica: “dipende dal segno meno consecutivo negli ultimi due trimestri. Ma negli ultimi anni l’Italia ha il segno meno per 11 volte, tranne una pausa. Dalla recessione non siamo mai usciti”. E mostra fermezza dinanzi alle ipotesi di sfacelo: “l’Italia ha delle condizioni economiche per le quali è molto più forte delle paure di chi o teme un default o un fallimento. L’ipotesi che arrivino lettere da Bruxelles non esiste”.
DEFICIT/PIL E DRAGHI – Matteo Renzi non nega le difficoltà, a partire dal 2015 in cui per stare sotto il 3% di rapporto deficit/Pil “anche con una crescita non esaltante, a noi servono 16 miliardi di spending review”. E si mostra concorde con Draghi, il quale “ha detto una cosa sacrosanta: dobbiamo rimettere in ordine l’Italia per farla diventare più competitiva”.
RIFORME – Il premier affronta anche il nodo riforme, a partire dal ddl Senato. Matteo Renzi rivendica il successo: “oggi si è finito di votare gli emendamenti. Scommettevano che non ce l’avremmo fatta, ora io dico grazie ai senatori che hanno sopportato gli insulti e hanno portato a casa il voto di 7.000 emendamenti alcuni dei quali ostruzionistici”. Una riforma che è importante perchè dimostra “che la politica per una volta non chiede sacrifici alla gente ma a se stessa”, e va ad aggiungersi agli 80 euro, “simbolo che per la prima volta non abbiamo chiesto ma dato ai cittadini”.
TAGLIARE LE TASSE – Per il 2015 Matteo Renzi annuncia anche una riduzione della pressione fiscale: “se nel 2014 abbiamo dato 80 euro da maggio, abbiamo fatto 8/12 mentre il prossimo anno ridaremo tra i 10 e gli 11 miliardi”. Come? Tramite una manovra di taglio alla spesa, già avviata con la riduzione delle auto blu e l’imposizione del tetto agli stipendi dei manager pubblici.