Morto John McCain, voce indipendente del Grand Old Party
Il 25 Agosto 2018 è morto il Senatore John McCain, un mito della politica americana. Il cordoglio è bipartisan, in netta controtendenza alla polarizzazione politica che contraddistingue gli Stati Uniti, specialmente dopo l’avvento di Trump. Un clima di radicalizzazione dello scontro contro cui McCain si è sempre battuto. John McCain era malato da tempo: un tumore al cervello contro cui pochi giorni fa aveva anche sospeso le cure. Verrà ricordato come un politico instancabile e sempre coerente con i propri principi. Un uomo che ha affrontato la vita e la politica con la stessa determinazione con la quale ha affrontato la malattia che l’aveva colpito.
John McCain, da prigioniero in Vietnam a Senatore dell’Arizona
Nato il 29 Agosto 1936 a Colón, Panama (suo padre era un ufficiale di Marina), si diplomò all’accademia Navale di Annapolis. Nel 1958 diventò pilota di Marina e fu in seguito inviato in Vietnam. Il 26 Ottobre 1967 fu abbattuto dai vietcong. Riuscì a eiettarsi, ma si ruppe le braccia e una gamba. Si salvò e fu fatto prigioniero dai collaborazionisti locali che lo consegnarono ai nord-vietnamiti dopo averlo malmenato e ridotto in fin di vita. I vietcong scoprirono che il padre era un personaggio importante. Decisero di curarlo, sia pure poco e male, in cambio di informazioni. Ma McCain rifiutò di parlare e fu costantemente torturato per cinque anni.
Liberato nel 1973, rimase segnato anche nel fisico – non riuscì più ad alzare un braccio – da quell’esperienza. Nel 1974, comandò lo squadrone addestrativo in Florida. Già allora cominciò a intrattenere rapporti con eminenti personalità politiche. Dal 1977 guidò i lobbisti della Marina in Senato: fu lì che conobbe Ronald Reagan e cominciò a pianificare il suo ingresso in politica. Candidato al Congresso dall’Arizona per i Repubblicani nel 1982, – aveva un profilo politico perfetto – fu eletto con 36 punti di distacco. Dal 1982 non uscì mai dal Congresso di Washington.
John McCain, le scalate alla Presidenza
La prima volta che John McCain si candidò alla presidenza fu nel 2000, ma venne sconfitto alle Primarie da George W. Bush. Ci furono anche polemiche per la durezza dello scontro; la campagna di Bush fu accusata di aver assestato qualche “colpo basso”. Ci riprovò nel 2008 e riuscì ad ottenere la nomination per i Repubblicani. Ma non riuscì a battere Barack Obama. Proprio alle presidenziali del 2008 è legato un episodio che esemplifica molto bene l’atteggiamento politico di McCain. Rispondendo in un comizio a un’elettrice che si diceva preoccupata dal fatto che Obama fosse “arabo” – è tuttora diffusa in certi ambienti la convinzione che l’ex presidente non sia americano – , McCain la interruppe dicendo : “No, signora. E’ un onesto cittadino e un padre di famiglia, con cui non sono d’accordo su temi importanti. Ed è solo su questo che si basa la mia campagna”.
John McCain, un politico indipendente e senza compromessi
La politica di John McCain, pur all’interno del Partito Repubblicano, si è sempre distinta per la sua indipendenza. Questo talvolta lo portò anche a non seguire le direttive del partito. Preparato e dotato di grande capacità dialettica, non accettava compromessi e mezze misure. E’ stato un politico aperto al dialogo con i Democratici. Ha sempre espresso la convinzione che, pur nelle differenze politiche, “Rep” e “Dem” dovessero affrontare insieme i grandi temi della politica americana. Da qui il suo soprannome “Maverick”, cioè un indipendente, anche a costo di sembrare ribelle.
Non si deve scambiare l’atteggiamento di McCain per arrendevolezza. Era un conservatore molto rigido sui principi cardine della destra americana: favorevole alle armi, interventista e inflessibile sui temi della giustizia. Se appoggiò provvedimenti cari alla politica liberal fu sempre per l’intima convinzione che quella fosse “the right thing”, la cosa giusta da fare. Questo comunque lo portò a guadagnarsi il rispetto anche degli avversari.
John McCain e la presidenza Trump
Il rapporto fra John McCain e Donald Trump non è mai stato buono: McCain non ha mai nascosto di avere dubbi e incertezze sul tycoon newyorkese. Si sono scontrati fin dal 2015, quando Trump per attaccare McCain disse che i veri eroi di guerra non di fanno catturare dai nemici, attirandosi tra l’altro molte critiche. Tolse il suo appoggio a Trump quando fu reso noto un video nel quale si vantava del suo atteggiamento aggressivo verso le donne.
Nel Luglio 2017, disse no all’abolizione dell’Obamacare e il suo voto fu decisivo a respingere il tentativo della presidenza di eliminarla di colpo; (va detto che in campagna elettorale per il seggio in Senato, lui aveva promesso che avrebbe lavorato per abolirla; l’accusa di alcuni detrattori è stata che ha disatteso una sua promessa elettorale solo per colpire Trump). Tra i suoi ultimi atti, la firma sulla legge che stabiliva un finanziamento record – 700 miliardi di dollari – alla Difesa. Nei suoi lunghi anni di militanza politica, aveva stretto una sincera amicizia con due leader democratici come John Kerry, anche lui prigioniero in Vietnam e Joe Biden, uno dei pochi a cui era permesso visitarlo nei suoi ultimi giorni. Un rapporto radicalmente diverso da quello con Donald Trump. Del resto tre mesi fa aveva espresso il desiderio che non fosse presente al suo funerale e così è avvenuto.