Etichetta obbligatoria pomodoro al via, come leggerla e composizione.
Dal 27 Agosto è stata messa in atto l’etichetta obbligatoria per il pomodoro, per indicare l’origine dei derivati del pomodoro, come conserve, salse, sughi o concentrati. Questa nuova regolamentazione è stata introdotta da un decreto interministeriale volto a garantire l’autenticità e la qualità del prodotto utilizzato. In questo modo i prodotti Made in Italy saranno riconoscibili (e riconosciuti) sugli scaffali alla dicitura “Origine del pomodoro”. Pertanto, ogni confezione dovrà obbligatoriamente avere l’etichetta che riconosca ed identifichi il prodotto.
Etichetta obbligatoria pomodoro: come funziona
Questa normativa prevede la “sperimentazione” di etichettatura per almeno 2 anni, seguendo le orme della norma già in vigore per la pasta e per il riso valida fino al 31 Marzo 2020. La disciplina si applica a conserve e concentrato di pomodoro, sughi e salse composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. Pertanto, tutte le confezioni di derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia avranno l’obbligo di indicare nell’etichetta il nome del Paese in cui il pomodoro viene coltivato. In più anche il nome del Paese nel quale avviene la trasformazione. Per quanto riguarda la fase di lavorazione, se la materia prima viene lavorata in diversi paesi basterà utilizzare differenti diciture. Queste possono essere: “Paesi Ue, Paesi non Ue, Paesi Ue e non Ue” in base ai territori interessati.
Se, invece, tutte le operazioni avvengono in Italia si potrà utilizzare, semplicemente, la dicitura: “Origine del pomodoro: Italia”. Per concludere, la normativa prevede che le informazioni dovranno essere messe in vista. Ovvero, dovranno essere chiaramente leggibili e indelebili e poste in un punto evidente.
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Etichetta obbligatoria pomodoro: la nuova norma entra in vigore a raccolta conclusa
La nuova normativa entra in vigore a raccolta quasi conclusa. L’assortimento di pomodori in Italia quest’anno dovrebbe garantire un raccolto intorno a 4.750.000 tonnellate, con una buona qualità di contenuto zuccherino. c’è comunque un calo nella raccolta dei pomodori. L’Italia è comunque il principale produttore dell’Unione Europea nonostante un calo produttivo del 14%. In Spagna e Portogallo si tocca, invece, il 20%.
Attualmente in Italia si consumano conserve di pomodoro per circa 30 Kg a testa all’anno a casa, al ristorante o in pizzeria secondo le stime della Coldiretti. Ad essere preferiti, in ordine, le passate, le polpe o il pomodoro a pezzi, i pelati e i concentrati.