La Striscia di Gaza non trova pace. Nella mattinata di venerdì, tre ore prima dello scadere della tregua, Hamas ha colpito il territorio meridionale d’Israele. L’esercito di Tel Aviv ha infatti riferito di un gran numero di razzi, circa 35, scagliati in particolare verso le cittadine di Ashkelon e Hof Ashkelon. Pare che non ci siano state vittime, il sistema di difesa aerea Iron Dome ne ha neutralizzato la maggior parte. Il resto ha colpito aree disabitate nella zona di Eshkol.
La risposta israeliana comunque non si è fatta attendere. Sembra che l’esercito israeliano stia utilizzando carri armati e cannoniere nell’offensiva contro i “siti dei terroristi”, oltre i consueti raid aerei. La prima vittima causata dalla ripresa delle ostilità a Gaza City è stata un bambino di 12 anni. Hamas nega le responsabilità dell’attacco e nello stesso tempo rifiuta una proroga di 72 ore alla tregua.
Contestualmente a Il Cairo la diplomazia ha subito un duro colpo d’arresto. Sembra che la delegazione israeliana abbia lasciato la capitale egiziana questa mattina. Fino all’ultimo si è tentato di dare un seguito alla tregua ma le posizioni tra gli attori del negoziato sono ancora troppo distanti.
Tra i punti più controversi ci sono la fine del “blocco” imposto a Gaza sin dal 2007, il rilascio dei prigionieri in mano israeliana, la fine dell’operazione militare che sta colpendo la Striscia. Israele chiede di “smilitarizzare” Gaza, da Hamas si dicono invece pronti a una “lunga guerra”. Al momento le trattative sono da considerarsi congelate.
Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA) al momento, dopo 28 giorni di guerra, si registrano 1663 vittime palestinesi. 1030 uomini, inclusi 671 civili e 166 militanti, 219 donne, 414 bambini, 246 di sesso maschile e 161 di sesso femminile. I civili israeliani che hanno perso la vita sono due, 64 i militari morti.