Mentre il premier esulta per l’approvazione della riforma del Senato in quel di Palazzo Madama, c’è chi già pensa al quadro degli scenari futuri. Non si tratta, però, di giornalisti esperti di politica o di qualche politologo di fama, ma di Dagospia. Con una punta di ironia e satira brillante, il celebre sito web di Roberto D’Agostino mette ancora una volta alla prova la sua dimestichezza con le anticipazioni, ormai collaudata nel corso degli anni.
IL «SENATICIDIO» – Niente peli sulla lingua quando si parla della riforma del Senato: un suicidio della Camera alta, che, comunque, continuerà a «pesare sui conti dello Stato più o meno come prima». In sostanza, si ha una deriva, che fa di Palazzo Madama una «gita premio a Roma per sindaci e consiglieri regionali, una sorta di grande Cnel, tanto inutile quanto costoso». Dopo questo giudizio caustico, si azzardano anche i tempi dell’iter della riforma: dopo il via libera del Senato sarà la volta della Camera dei Deputati che, tra una lettura e l’altra ed eventuali navette parlamentari, approverà il tutto entro Natale. L’obiettivo, secondo Dagospia, è quello di arrivare al referendum confermativo entro l’aprile 2015, quando si dovrebbero celebrare le prossime elezioni regionali.
LA «ROAD MAP» DI “PITTIBIMBO” RENZI – Su un binario parallelo, il governo e le Camere lavoreranno anche sulla legge elettorale. Assodato che il Patto del Nazareno terrà, per Dagospia, già nei primi mesi del 2015 l’Italicum dovrebbe venire alla luce. Da qui, una lunga marcia a tappe forzate che, dopo il voto regionale, dovrebbe portare il premier Renzi – scherzosamente definito “Pittibimbo” – a chiedere l’adeguamento delle istituzioni al nuovo corso. In poche parole, gli italiani farebbero meglio a tenere la tessera elettorale a portata di mano, perché in giugno si potrebbe andare a nuove elezioni. A questo punto, con una nuova maggioranza e una situazione forse più stabile di quella attuale, il presidente Giorgio Napolitano potrebbe lasciare il Quirinale.
RENZI LEADER FORTE O LIQUIDATORE? – Un interrogativo, poi, riguarda gli effetti delle riforme: Renzi «sarà il capo forte di un’Italia sovrana con il ruolo che spetta ad un paese fondatore dell’Europa oppure il commissario liquidatore del Paese agli ordini della Bce e della troika, in attesa di fare il conferenziere alla Blair (ovviamente, non pagato in sterline)?». Ai posteri l’ardua sentenza, perché a pesare fortemente sarà l’evoluzione della situazione economica nei prossimi mesi. Quello che è certo è che lo scenario complesso, in quanto c’è una miscela di instabilità politica ed economica, che potrebbe portare a cambiamenti improvvisi ed inaspettati.
IL FUTURO DEI POLITICI – Non mancano poi, i riferimenti ai «protagonisti e comparse che non si ritengono tali». Come in ogni scenario che si rispetti, quindi, Dagospia non manca di tratteggiare l’evoluzione dei principali attori, con la solita prosabrillante e quel pizzico di satira che non fa mai male.
Alessandro De Luca