Spread Btp-Bund: valore e quotazione a inizio settembre 2018
Lo spread fra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi, considerati punto di riferimento europeo, è tornato alla carica dopo settimane di relativa calma. Il differenziale ha infatti bissato i massimi di fine maggio, poco sotto 300 punti.
A causare questa nuova fiammata ci sono in particolare due fattori. Il primo è quello meno rilevante: l’agenzia di Rating Fitch ha abbassato l’outlook per l’Italia da stabile a negativo, a segnalare che la situazione economica italiana è quantomeno incerta.
Era una cosa nota da mesi: lo spread tra BTP e Bund a 10 anni ha trascorso l’estate fra 210 e 250 punti, a livelli che non si vedevano dal 2013. Il motivo è proprio l’incertezza sull’Italia, e non avevamo bisogno di Fitch per saperlo. Tuttavia gli investitori hanno approfittato della notizia per appesantire ulteriormente il BTP e guadagnare sul ribasso dei corsi azionari.
Lo spread sale perché ai risparmiatori non piace il rischio
Il secondo fattore è più importante. Mentre si avvicina la scadenza per la nota di aggiornamento del DEF (fine settembre) le due anime della maggioranza non sembrano voler ammorbidire le proprie posizioni.
Il rischio, per i mercati, è che si voglia causare il pretesto per “l’Incidente”, ovvero l’uscita inattesa e unilaterale dell’Italia dalla moneta unica. Questo rischio è ancora basso, ma gli investitori preferiscono inevitabilmente titoli più stabili, come i Treasury USA, che rendono quando i BTP italiani ma sono molto meno rischiosi.
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Lo spread, lunedì, dopo avere toccato un massimo di seduta a 290 è poi sceso a 274 nella mattinata di martedì, a seguito delle dichiarazioni del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha ribadito la volontà del governo di rispettare le regole UE.
Il problema è che la coperta è molto corta per realizzare in una sola Legge di Bilancio tutto il programma di governo. Il ministro dell’Economia Tria dovrà trovare il denaro necessario sia per le manovre obbligatorie (per esempio la sterilizzazione dell’aumento dell’IVA) sia per i desideri della maggioranza (riforma Fornero, flat tax, reddito di cittadinanza).
Il denaro per finanziare tutto questo, tutto insieme, non c’è, a meno di non fare colpi di testa clamorosi e pericolosi. L’aumento dello spread segnala, appunto, che ai risparmiatori il pericolo piace poco.