Il nuovo “Manifesto” del partito dell’Inter
Oltre ai numerosi colpi di mercato – praticamente chiuso Medel – l’Inter fa notizia anche per i nuovi metodi di gestione dello spogliatoio, una nuova via che soddisfa sia un generale di ferro, schietto e orgoglioso come Mazzarri, sia un magnate molto attento al marketing e al marchio come Thohir.
Durante lo scorso anno, complice il passaggio di consegne non ancora concluso, Mazzarri non aveva goduto della legittimazione necessaria per rifondare e modellare un gruppo a suo piacimento, ma, dopo l’avvenuta conferma del tecnico livornese sulla panchina dell’Inter arrivata anche dall’Indonesia, Mazzarri si è potuto sbizzarrire con la sua psicologia. Motivazione e disciplina sono i capisaldi della filosofia mazzarriana e, uniti con un orgoglio inverosimile, hanno sempre fruttato ottimi risultati in tutti i club che sono stati sotto la guida del livornese.
Proprio per gonfiare un po’, in vista dell’inizio della stagione, orgoglio e soprattutto merchandising, dalla Pinetina è arrivato il nuovo manifesto d’intenti interista. Due cartelloni su una parete, in uno, sotto il simbolo dell’Inter, colpisce la frase: “Io amo l’Inter”; nel secondo un solenne “Noi promettiamo” fa da premessa ai nove propositi firmati da tutti i giocatori nerazzurri. “Noi promettiamo di dare sempre il massimo; di giocare sempre con il cuore; di andare avanti tutti insieme senza dipendere dal risultato; tutti aiutano tutti; di lasciarsi aiutare dal proprio compagno; tutti mettono la propria qualità per la squadra; si vince, si perde, tutti si prendono la responsabilità; i problemi si risolvono insieme; di non arrenderci mai”
L’iniziativa è stata accompagnata dal commento del neo capitano Ranocchia: “Credo che siano le parole base per ripartire per tornare grandi, per riaprire un nuovo ciclo. Sono cose che la società ha sposato in pieno e che tutti noi sottoscriviamo. È il riassunto di quello che deve essere il calcio e anche la vita”. Adesso tocca ai giocatori dimostrare di non aver firmato solo un mucchio di parole, ma di aver accettato una filosofia di gioco.