“Dobbiamo andare avanti con le riforme. Però devo esser sincero e dirla tutta: la drammatizzazione del Pil è qualcosa che rispetto ma non condivido”. Parola del premier Matteo Renzi, intervistato dal quotidiano ‘La Stampa’. E aggiunge, ribadendo quanto già detto all’indomani della pubblicazione delle stime Istat sul Pil del secondo trimestre 2014: “Infatti non è che l’Italia sia rientrata in recessione: non ne è mai uscita”. E’ un Matteo Renzi che difende l’operato dell’esecutivo: “stiamo facendo cose importanti, che daranno frutti nel tempo: la riforma della Pubblica amministrazione curata da Marianna Madia, assieme alla semplificazione fiscale, saranno una rivoluzione; e l’intervento di Poletti sul lavoro ha creato 104mila nuovi occupati, dei quali nessuno parla”.
RAPPORTO CON UE – Matteo Renzi torna anche sulle riflessioni del governatore della Bce Mario Draghi a proposito dell’Italia: “La frase di Draghi è: se non fa le riforme, l’Italia non è attrattiva per investimenti esteri. Bene: questa è la linea anche mia e di Padoan. Siamo d’accordo, nessun problema”. Ma poi il premier aggiunge: “Ma se qualcuno vuole interpretarla e far intendere che l’Europa deve intervenire e dire all’Italia quel che deve fare, allora no, non ci siamo. Oggi non è l’Europa che deve dire a noi cosa fare. Io e il governo siamo usciti più forti dal test di maggio e non abbiamo bisogno di spinte da Bruxelles: minimamente”. E’ un Matteo Renzi che sul tema la vede in maniera completamente diversa: “sono gli Stati a dover indicare alla Commissione via e ricette per venir fuori dalle secche”.
RENZI E BERLUSCONI – “Non sono nelle mani di Berlusconi come ipotizza qualcuno. La maggioranza non ha problemi di numeri e non mi attende la via crucis che toccò a Romano Prodi. Mentre infuriava la Grande Guerra del Senato, il governo ha ottenuto più volte la fiducia: nessun problema. Magari non è esaltante per composizione, ma credo che la nostra maggioranza sia la più solida della Seconda Repubblica”. Matteo Renzi difende la solidità della propria maggioranza e respinge le considerazioni di chi considera Berlusconi il vero vincitore del momento: “È evidente che aver coinvolto Berlusconi nel processo di riforma è stata una mia, personale scelta: contestata duramente, lo so bene, dentro e fuori il Pd. Se lui non ci fosse stato, è chiaro, avremmo fatto le riforme con altri: ma io credo che, per metodo, vadano fatte con le opposizioni, con i nemici, piuttosto che con gli amici”. E sul Senato, rilancia: “se non avessimo fatto questa riforma subito, nei tempi annunciati, non l’avremmo fatta mai più. È la Madre di tutte le Battaglie: di questo sono sicuro”. Un ulteriore elemento per allontanare ancora una volta lo spettro delle urne: “Credo di esser l’ultimo ad aver paura del voto. Personalmente mi converrebbe, perchè porterei tante persone a me vicine in Parlamento. Ma quella avviata non è una battaglia che devono vincere i renziani: la deve vincere il Paese”.
LA COMUNICAZIONE E LA ROTTAMAZIONE – Il premier Matteo Renzi concede un’intervista anche a ‘Camminiamo Insieme’, la rivista ufficiale dell’Agesci, l’associazione degli scout in cui l’attuale premier ha militato in gioventù. Tra considerazioni sulla propria capacità comunicativa – “Io mi sento molto in colpa sulla comunicazione, cioè io credo di non essere bravo a comunicare. È un paradosso per molti, non ci crederesti mai… non mi si fila nessuno” – e paralleli sulla rottamazione – “I politici devono essere come lo yogurt, a un certo punto devono scadere, non lo puoi fare per sempre. Vale anche per me, per me è già iniziato il conto alla rovescia per essere rottamato” – Matteo Renzi parla anche degli F35: “La più grande arma per costruire la pace non è l’F35 o l’Eurofighter, è la scuola. Io per esempio sono convinto – ha aggiunto – che la spesa per la difesa italiana debba essere indirizzata in alcuni canali chiari, che si collegano alla ricerca scientifica, non alla costruzione di strumenti inutili o fuori dalla realtà”.