Encefalite virale: sintomi e conseguenze della malattia di Calderoli.
È stato prontamente riconosciuto dalla equipe medica del San Raffaele di Milano, tra cui il professor Zangrillo, la dottoressa Calabrò, il primario di Neurologia il professor Comi e la dottoressa Fazio, un nuovo caso di encefalite virale. Il paziente, il senatore della Lega Roberto Calderoli, se l’è vista brutta dopo aver contratto il virus da una zanzara. I test per comprendere l’origine dell’infezione hanno salvato il politico da danni neurologici permanenti. Resta però la preoccupazione dopo un’estate tempestata da casi in diverse regioni del settentrione, tra cui proprio la Lombardia.
Encefalite virale: cause e sintomi
L’encefalite, come suggerisce il nome, è l’infiammazione dell’encefalo, una delle due componenti fondamentali che costituiscono il sistema nervoso centrale. L’encefalite virale è la forma più comune di questa patologia ed esordisce solitamente con una sintomatologia che ricorda una epidemia influenzale. I sintomi includono febbre (almeno 38°) e un intenso mal di testa, cui si possono aggiungere confusione, nausea e vomito, convulsioni e problemi sensoriali o nei movimenti. Nell’arco di 24-48 ore però compaiono dei sintomi sempre più gravi e debilitanti.
Chiunque può sviluppare un’encefalite, la gravità dipende da un insieme di fattori. Fondamentali l’età ed il microbo che ha scatenato l’infezione, che può essere ad esempio causata dall’Herpes simplex, dal virus di Epstein-Barr, dal poliovirus, da virus trasmessi dal morso di insetti (come la Febbre del Nilo), di zecche o di animali (come il virus della rabbia). I soggetti immunodepressi, gli anziani ed i bambini hanno un sistema immunitario meno efficiente del normale, il che comporta un maggiore rischio di infezione. Inoltre bisogna prestare attenzione se si vive in una zona in cui sono largamente diffusi insetti come zanzare e zecche, trasmettitori di agenti virali. In altri casi l’encefalite è secondaria a un’altra malattia, ad esempio al morbillo, alla rosolia o agli orecchioni.
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Encefalite virale: diagnosi e conseguenze
Solitamente i casi di encefalite non gravi guariscono in poche settimane senza portare conseguenze a lungo termine. Nei casi più lievi la terapia prevede riposo a letto, idratazione abbondante e assunzione di antinfiammatori per tenere a bada mal di testa e febbre, con la possibile somministrazione di antivirali. Questa soluzione non è però adatta contro tutti i virus in quanto un’infiammazione grave può portare a danni permanenti. Problemi di memoria o affaticamento, debolezza e perdita delle capacità di coordinazione, problemi alla vista, all’udito e nel parlare, cambiamenti di personalità e paralisi.
Nei bambini più piccoli l’infezione può essere riconosciuta anche dal gonfiore della fontanella, dal pianto inconsolabile, dalla rigidità, dal scarso appetito e dall’irritabilità. In tutti i casi in cui si sospetta che tutto ciò possa essere scatenato da un’encefalite è fondamentale rivolgersi a un medico. Se trattata con ritardo, un’encefalite può avere conseguenze permanenti sulle funzioni neurologiche e, in alcuni casi, portare anche alla morte. Diagnosticare un’encefalite in tempo è fondamentale ma sempre alquanto complesso, in quanto, soprattutto in fase iniziale, la sintomatologia è aspecifica. Il trattamento dipende dalle cause scatenanti e, nei casi più gravi, prevede anche il ricovero ospedaliero del paziente, come successo al senatore Calderoli.
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