Accadde Oggi, 5 settembre: l’incontro De Gasperi-Gruber e la questione alto-atesina

Accadde oggi 5 settembre, l'accordo Alcide De Gasperi-Gruber, questione alto-atesina

Accadde Oggi, 5 settembre: lo storico incontro De Gasperi-Gruber e la questione alto-atesina.

La fine della seconda guerra mondiale aveva lasciato numerose incognite in Europa. La maggior parte del continente era da ricostruire e i confini di una volta dovevano essere modificati, secondo le indicazioni delle Potenze vincitrici.

Tali incognite non riguardavano solamente la Germania, ma l’intera fazione dell’Asse.

Il lavoro nella definizione dei nuovi confini fu complicato. Mentre a Occidente si cercavano di evitare gli errori di Versailles cercando di proporre una pace, sì dura, ma non ingiusta; a Oriente, l’URSS impose la propria pace.

La Germania venne ridimensionata nei suoi territori a favore della Polonia, la quale nonostante i propri confini storici la indirizzavano verso Oriente la sua espansione fu spinta a Occidente nei territori storicamente di lingua tedesca. Così fu anche per la Cecoslovacchia ai danni della Germania. La perdita della Prussia Orientale fu un altro fattore scoraggiante per la Germania. L’esodo dei tedeschi dai territori un tempo di loro proprietà ed ora occupati da Potenze straniere fu immenso. Furono in milioni ad emigrare verso la Germania.

Accadde oggi, il caso italiano: Alleati o nemici?

«Prendo la parola in questo consesso mondiale e sento che tutto, tranne la vostra cortesia, è contro di me: è soprattutto la mia qualifica di ex nemico, che mi fa ritenere un imputato, l’essere arrivato qui dopo che i più influenti di voi hanno già formulato le loro conclusioni in una lunga e faticosa elaborazione>>. Così Alcide De Gasperi aprì il proprio discorso durante la Conferenza di pace tenutasi a Parigi il 10 agosto 1946.

Con questa frase, lo statista italiano tentò di far comprendere come l’Italia avesse contribuito alla lotta anti-tedesca e che era da considerarsi un alleato e non un nemico. Come mai era necessario ribadirlo?

Finita la seconda guerra mondiale, conclusasi la guerra civile, l’Italia ora doveva affrontare un altro tipo di guerra: quella diplomatica. Difatti, come la Germania, il territorio italiano si sarebbe frammentato.

La guerra diplomatica venne combattuta su due fronti.

Il primo fronte diplomatico fu a Est. La Venezia-Giulia. Le speranze italiane di unità della nazione stavano venendo schiacciate sul confine Orientale. Ormai persa l’Istria e la Dalmazia, sembrava imminente anche la perdita della Venezia-Giulia e del porto di Trieste. Alcuni accordi presi in precedenza non vennero rispettati dai vincitori, come la frontiera italiana-jugoslava che doveva correre lungo la linea di Pola e Parenzo.

Il secondo fronte diplomatico riguardò la questione del Trentino-Alto Adige e fu in questa durissima lotta che De Gasperi riuscì ad uscire vittorioso. Giungendo il 5 settembre 1946 alla firma di un trattato con l’Austria riguardo al destino della regione.

Accadde oggi: v’era una questione alto-atesina

Una fetta di popolazione del trentino dopo la fine della seconda guerra mondiale, sperava in una annessione all’Austria, dato che speravano che l’Italia sarebbe stata punita per la sua partecipazione all’Asse. Mentre l’Austria, considerato “Paese Invaso” (anche se strettamente legato all’epopea nazista) avrebbe ricevuto compensi come la Polonia e la Cecoslovacchia. E difatti, questa era la linea che spingeva l’Unione Sovietica.

L’Austria, invece, venne ridotta ad un Paese privo di una propria sovranità effettiva, seppur indipendente, pertanto, una rivendicazione dei territori alto-atesini non sarebbe riuscita.

Pertanto, vista l’impossibilità di allungare le mani sul Trentino a causa anche della notevole pressione che De Gasperi stava attuando verso gli Alleati, giocandosi la carta che l’Italia un’altra menomazione non l’avrebbe supportata ovvero che l’indignazione del popolo avrebbe fatto vincere il PCI alle elezioni successive, l’unico modo fu quello di negoziare.

Accadde oggi, 5 settembre: il trattato De Gasperi-Gruber

I due capi di stato, De Gasperi e Gruber, sancirono un accordo riguardo alla questione del Trentino Alto Adige. Tale trattato venne successivamente inserito nel testo della pace del 10 febbraio 1947, il quale sanciva le clausole di pace in Europa.

La firma del trattato ed il suo inserimento nel Trattato di Parigi fu un elemento comodo ai due rispettivi capi di Stato dato che entrambi avevano bisogno di un successo per tornare trionfati in Patria. Se per De Gasperi il trattato significava un primo impegno italiano dal dopoguerra, per Gruber significava tornare in Austria mostrando come anche se il territorio trentino non era stato annesso, l’attuazione del trattato sarebbe stato rispettato per via delle garanzie ottenute dal contesto internazionale. In poche parole, nel caso in cui i termini dell’accordo non fossero stati rispettati, essendo un trattato internazionale, l’Austria avrebbe potuto impugnare la questione di fronte all’ONU.

I termini dell’accordo, in sintesi, stabilirono come gli abitanti del Trentino-Alto Adige dovessero godere di una certa autonomia rispetto allo Stato italiano. L’uso del tedesco ed il suo insegnamento venne consentito nuovamente e fin da subito il territorio nordico godette di un’ampia autonomia.

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Accadde oggi, 5 settembre: le critiche a De Gasperi

In alcuni ambienti fin da subito si alzarono delle critiche importanti. De Gasperi venne accusato di preferenza di un territorio rispetto ad un altro, non in base al valore storico, culturale e sociale ma in base all’affetto che egli provava per esso.

Difatti, essendo Alcide de Gasperi di Pieve Tesino, un comune in provincia di Trento, egli venne accusato di aver preferito difendere l’italianità del Trentino solo perché proveniente da lì e di aver lasciato in mano slava gli italiani orientali.

Queste accuse lasciano il tempo che trovano dato che è necessario considerare la situazione in cui questi accordi furono stipulati. Infatti, per l’Italia non ci sarebbe stata mai la possibilità di riottenere i territori persi di Istria e Dalmazia dato che l’Unione Sovietica riuscì a far prevalere nella pace il diritto del Primo Occupante. Ciò, come si può ben immaginare, andò a favore della Jugoslavia che si spinse fino a Trieste ed oltre. Solamente l’intervento Occidentale, senza l’Italia, riuscì a salvare all’Italia quel piccolo fazzoletto di terra che compone la Venezia-Giulia.

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