Una nuova avventura per Michael Connelly, in uscita a Settembre

Pubblicato il 9 Settembre 2018 alle 16:33 Autore: Salvatore Mirasole
Una nuova avventura per Michael Connelly, in uscita a Settembre

Una nuova avventura per il maestro Michael Connelly in uscita a Settembre

Hieronymus Bosch, per gli amici Harry, è figura simbolo della narrativa dell’americano Michael Connelly, maestro contemporaneo del genere hard boiled: avete presente quel genere di polizieschi fortemente accentrati nella figura del detective duro e puro? Che magari finisce spesso per mettersi nei guai per via del suo carattere impudente e sopra le righe? E che magari ha un passato segnato da alcuni eventi tragici e che hanno influito sulle sue scelte future, magari proprio quella di entrare nella polizia?

Ecco, in questi termini, Bosch e le grammatiche del racconto di C. rientrano perfettamente nei canoni del genere, lasciando ai posteri pochi dubbi su come etichettare in futuro l’opera del ragazzone di Philadelphia. Ad onor del vero, o di qualsiasi cosa possa essere percepito come vero, i romanzi di C. non sono solo questo e, volendo lasciare perlopiù al lettore il piacere della scoperta, possiamo ben a ragione sostenere che i personaggi di C. sono sempre ben caratterizzati psicologicamente e, sovente, lo sviluppo narrativo segue lo sviluppo interiore. Ciò è particolarmente evidente nel caso di Bosch, protagonista di molti romanzi, con il quale l’autore sente un legame viscerale.

Ciò detto, scordiamo del detective Bosch perché sta per giungere nelle librerie l’ultimo romanzo del maestro dell’hard boiled con una nuova protagonista: Renée Ballard.

Michael Connelly: accenni biografici

Classe ’56, nato in quel di Philadelphia da “un artista frustrato che spronava i figli a perseguire il successo nella vita”, ovvero suo padre secondo le parole dello stesso scrittore (confessione fatta al St. Petersburg Times nell’ottobre del 2007) e dalla madre Mary da cui ereditò l’amore per i gialli.

Un altro momento di grande importanza per la formazione del giovane Michael Connelly gli si presentò dinanzi all’età di 16 anni quando, di ritorno a casa dal lavoro di lavapiatti, vide un uomo liberarsi di un oggetto avvolto in dei vestiti, una maglietta da taglialegna come ricorda lo scrittore: preso da curiosità, per così dire, professionale, il giovane recupera il pacco per ivi trovarvi una pistola. Segue così l’uomo per breve tratto indi poi tornare a casa e rivelare tutto al padre e successivamente alla polizia: ma dell’uomo oramai si erano perse le traccia.

Inoltre, la visione de Il lungo addio del 1973 lo influenzò con forza: dopo la visione del film basato sull’omonimo romanzo di Chandler, padre fondatore del genere hard boiled, decide di abbandonare gli studi di ingegneria per dedicarsi alla scrittura e perseguire il sogno di diventare un mystery writer.

Il resto è perlopiù storia. Dopo essersi laureato nel 1980, inizia a lavorare per diversi giornali occupandosi di cronaca nera e il materiale non gli manca: in quegli anni si trova in Florida nel bel mezzo degli scontri per il controllo del narcotraffico. Avete presente Narcos, no? Soy el fuego que arde tu piel/ Soy el agua que mata tu sed, no? Però quello vero, fatto di morti morti.

Il suo primo romanzo “The Black Echoes”, inspiegabilmente tradotto in italiano con La memoria del topo, perché i mammiferi roditori sono ganzi probabilmente, esce nel 1992 e gli vale da subito il Mystery Writers of America Edgar’s Award, di cui peraltro sarà presidente tra il 2003 e il 2004.

Da lì in poi sarà una cascata di romanzi, sceneggiature e, conseguentemente, di premi e onorificenze varie, presidenze di commissioni, libri tradotto in ogni angolo sperduto (per un totale di ben 39 lingue) e chi più ne ha più ne metta.

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Presto nelle librerie: L’ultimo giro della notte di Michael Connelly

La storia recente, recentissima, dello scrittore è caratterizzato da un cambio di rotta netto ed incisivo. Come si accennava nell’introduzione al pezzo, l’ultimo romanzo L’ultimo giro della notte, non avrà per protagonista l’amato alter-ego dello scrittore, ma un'(anti)eroina nuova di zecca, pur mantenendo gli stilemi del genere.

L’ultimo giro della notte in gergo è il Late Show (titolo originale del libro, già uscito l’anno scorso in America), letteralmente l’ultimo show, designa per l’appunto il giro di ronda notturno ad Hollywood, il quale viene affidato alla protagonista Renée Ballard, come punizione per aver pestato i piedi a qualcuno più in alto. In cosa consiste il “peccato”? L’aver accusato di molestie sessuali il proprio superiore. Sarà interessante vedere come l’autore tratta una tematica così scottante e con profonde connessioni con la nostra attualità. Ma la trama non ruota intorno a questo, quanto più alla volontà della nostra protagonista di non arrendersi mai dinanzi alla difficoltà di un caso che si vede sfuggire di mano: nessun detective del turno di notte vede il proprio caso risolto, perché al sorgere dell’alba, con le sue prime luci, il turno si conclude. The Late Show è molto probabilmente l’ostinata lotta di Renée contro questi limiti.

«La scarica di adrenalina adesso era una locomotiva in corsa nelle sue vene. Nel profondo di sé, Renée Ballard sapeva che era per via di momenti come questo che non avrebbe mai mollato, qualsiasi cosa dicessero di lei, in qualsiasi turno la obbligassero a lavorare.»

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