Visita fiscale INPS: quando arriva il medico, le statistiche ufficiali
Visita fiscale INPS: quando arriva il medico, le statistiche ufficiali
Medico visita fiscale, le statistiche dell’Inps
Sono 18 milioni ogni anno i certificati di malattia emessi dall’INPS, di cui 12 milioni da lavoratori privati assicurati presso l’INPS. Altri 6 milioni arrivano da lavoratori pubblici del cosiddetto Polo Unico. E da quest’anno per i furbetti della visita fiscale potrebbe essere iniziata una pacchia che costa al contribuente 335000 euro al mese, ovvero 4 milioni di euro l’anno.
Dal marzo 2018, infatti, l’INPS ha dovuto sospendere l’utilizzo di un software che ha permesso di ridurre il numero di “malati abusivi”. A causa di lamentele del Garante per la privacy l’INPS non ha potuto più utilizzare un modello statistico per inviare visite fiscali mirate ed è tornata al metodo casuale.
Lo stop è arrivato proprio quando l’INPS si stava preparando ad estendere il modello statistico al pubblico impiego.
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Visita fiscale Inps: troppe “anomalie”
Le visite fiscali dei mesi successivi hanno visto un calo del 26,8% dei casi di assenza ingiustificata dal lavoro, ovvero quando il lavoratore si dà malato senza esserlo davvero. Sono calate del 39,5% le idoneità al lavoro con riduzione della prognosi, cioè il lavoratore è stato malato, ma può tornare al lavoro nonostante il certificato del medico di famiglia gli consenta di continuare ad assentarsi. Sono infine crollate (-74,5%) le idoneità con conferma della prognosi, cioè quando il lavoratore deve per forza tornare al lavoro alla scadenza del certificato.
Il motivo di questo tracollo è dovuto al fatto che i medici addetti alla visita fiscale sono 400, pochissimi rispetto ai certificati. Questo significa che ogni medico dovrebbe effettuare ogni anno 30000 mila visite fiscali per il privato e 15000 per il pubblico, ovvero 123 visite fiscali al giorno, domeniche e festivi compresi. Missione evidentemente impossibile, e per questo solo una parte dei certificati viene verificata.
Le visite fiscali sono state infatti “solo” 1 milione, il 5% del totale dei certificati. I medici, quindi effettuano un numero di visite fiscali più ragionevole, ovvero 2500 a testa l’anno e una dozzina circa al giorno lavorativo. Ma come scegliere le visite in modo da stanare più facilmente chi imbroglia?
Il modello SAVIO per la visita fiscale mirata
Per decidere dove mandare il medico per la visita fiscale l’INPS si affidava al modello SAVIO, che effettuava data mining sui 12 milioni di certificati provenienti da privati. Attraverso modelli statistici SAVIO selezionava quelli che più a rischio di essere abusivi e quindi da sottoporre a visita fiscale.
Il caso più tipico è quello del certificato emesso nei dintorni del fine settimana. SAVIO avrebbe infatti verificato che al lunedì e al venerdì è più probabile che il medico che effettua una visita fiscale dichiari che il lavoratore può tornare al lavoro. Usando altri dati SAVIO riusciva a capire in quali casi era più probabile che il lavoratore volesse solo prolungare il weekend.
Non è più così. Il presidente dell’INPS, affidandosi al suo centro studi, afferma senza scampo che la sospensione di SAVIO ha permesso a molti malati “immaginari” di farla franca. Questo ha comportato maggiori spese a carico dell’ente pubblico, e quindi dei cittadini italiani. Ogni anno spendiamo in totale 2 miliardi per indennità di malattia per i dipendenti privati e 2,8 per quelli pubblici.
A rimetterci sono anche le aziende, che pagano l’indennità per i primi tre giorni di malattia e devono fare a meno ingiustamente di un lavoratore. E infine ci perdono i colleghi del lavoratore, che devono sopperire alla sua malattia immaginaria.
Per tutte queste ragioni, ha concluso Boeri, è necessario l’intervento del Legislatore. Il Parlamento, per Boeri, deve permettere esplicitamente l’utilizzo di modelli statistici per la visita fiscale per stroncare questo spreco di denaro pubblico e privato.