Vuelta 2018: due settimane di noia e di percorsi sbagliati

Pubblicato il 11 Settembre 2018 alle 11:11 Autore: Cesare Fabrizi
Vuelta 2018

Vuelta 2018: due settimane di noia e di percorsi sbagliati.

E’ terminata ieri la seconda settimana della edizione 2018 della Vuelta Espana, con la vittoria in cima ai Lagos de Covadonga di Thibaut Pinot. Molti i dubbi  che lasciano queste prime 15 tappe. I corridori sono attendisti tranne che nelle ultime centinaia di metri per paura di “scoppiare”. D’altro canto il percorso fino ad ora non ha aiutato i ciclisti a scavare fra di loro solchi importanti in classifica generale. Il risultato è  la noia e una sensazione continua di “vorrei ma non posso”.

Vuelta 2018: tante salite brevi che non favoriscono lo spettacolo

Si è rivelata sbagliata la scelta degli organizzatori di un percorso che prevede tante salite brevi con pendenze arcigne. I migliori sembrano apparentemente tutti sullo stesso piano e nessuno ha il coraggio di scattare su pendenze del 20%. Se aggiungiamo poi la solita tattica attendista della Movistar non finalizzata da Quintana e quella della Mitchelton-Scott che finora non ha tirato un centimetro in testa al plotone, il risultato è fatto. Ha provato qualcosa ieri Miguel Angel Lopez, che però il sopracitato Quintana, Valverde e la maglia rossa Simon Yates hanno controllato. L’unico che ieri ha fatto il vuoto, andando così a vincere la tappa, è stato Thibaut Pinot, che nessuno ha inseguito perchè lontano in classifica.

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Vuelta 2018: l’omologazione dei ciclisti

Va anche detto che a questa Vuelta non sembrano esserci degli scalatori eccezionali. Nairo Quintana quando arrivò secondo al Tour de France del 2013 da 23enne sembrava poter essere il nuovo Eddy Mercx almeno per le grandi corse a tappe. Ma il colombiano non solo non è un cuor di leone ma non sembra essere neanche come Pantani, per citare uno che quando la strada saliva faceva la differenza. Alejandro Valverde e Simon Yates danno il meglio negli ultimi metri di salita. Miguel Angel Lopez è forse ancora troppo giovane. Peccato per Fabio Aru. Con questi avversari si poteva fare meglio, ma il Sardo anche in questa Vuelta non è mai stato in corsa per le posizioni elevate, così sfuma un’altra grande occasione(l’ennesima della sua carriera).

Vuelta 2018: importante la crono

Probabile, come succede sempre più spesso, che la tappa decisiva sia quella di domani, la cronometro di 32 km, ondulata per 2/3. Lì, essendo ognuno da solo, i distacchi in classifica generale dovrebbero dilatarsi. Sarà l’ultima possibilità per chi è indietro di rientrare nella generale. Quintana e Lopez potrebbero perdere molto. Possono rientrare in corsa per il podio Rigoberto Uran, Enric Mas e Thibaut Pinot. Se Simon Yates riuscirà a difendersi, sarà allora il favorito per la vittoria finale. Attenzione a Valverde, che in questo tipo di cronometro ha sempre fatto bene.

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