Accadde Oggi: Operazione Quercia per liberare Mussolini.
La destituzione di Mussolini il 25 luglio 1943, dopo l’ultima seduta del Gran Consiglio del Fascismo, comportò la caduta del fascismo in Italia. A prendere le redini del governo italiano, in una situazione bellica peggiore di quella vissuta nella Grande Guerra dopo la disfatta di Caporetto, fu il generale italiano Pietro Badoglio. L’allontanamento di Mussolini, però, nonostante tutte le dichiarazioni del nuovo esecutivo riguardo alla solidarietà con l’Asse, metteva in pericolo l’esecutivo badogliano. Il nuovo governo era conscio del fatto che i tedeschi, nonostante le dichiarazioni italiane, avrebbero fatto di tutto per rimettere al governo il Duce. Difatti, la componente ideologica che univa i tedeschi con gli italiani era venuta meno.
Accadde oggi: trovare il Duce
L’unico modo per evitare che Mussolini tornasse al potere fu quello di tenerlo rinchiuso in prigioni di massima sicurezza. L’uomo che un tempo dominò l’Italia per vent’anni si vide inizialmente prigioniero nel luogo in cui era solito, egli stesso, far tenere detenuti gli avversari politici. Si parla dell’Isola di Ponza. Hitler sapeva che l’Italia senza Mussolini non sarebbe rimasta ancora per molto in guerra. Era tutta questione di tempo. C’erano due opzioni. O si trovava il Duce prima che l’Italia trattasse con gli Alleati una pace in modo tale da ricompattare il Paese intero allineandolo nuovamente con le finalità dell’Asse. Oppure, salvare Mussolini e creare un governo nel Nord Italia, interamente fascista e fedele all’Asse.
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Le premesse per la RSI
Ancora prima della liberazione di Mussolini, i tedeschi, sicuri dell’uscita dell’Italia dal conflitto, dopo le leggi anti-fasciste emanate da Badoglio, fecero affluire i maggiori gerarchi fascisti in Germania, a Rastenburg (QG di Hitler). Lì, Hitler aveva dato istruzione ai fascisti italiani di iniziare ad organizzare un governo ombra che, nel caso di pace separata tra Italia e Alleati, avrebbe dovuto prendere il potere nel più breve tempo possibile. Ovviamente, vent’anni di regime fascista in Italia, avevano indebolito gli altri gerarchi del fascismo. Questo perché il potere era tutto incentrato nelle mani di Mussolini. Quindi gli altri gerarchi o erano poco noti ai molti italiani oppure mancavano di carisma nel governo di un Paese cardine dell’alleanza nazi-fascista. Pertanto, era assolutamente una priorità liberare il Duce.
Accadde oggi: liberare il Duce
Subito, i tedeschi organizzarono un corpo speciale che scovasse la posizione di Mussolini e che organizzasse un piano per la sua liberazione. A capo di tale commando c’era Otto Skorzeny ed il Maggiore Harald-Otto Mors. I tedeschi intercettarono una lettera di un carabiniere che da Ponza scrisse alla propria fidanzata sul continente e nella quale egli rilevava come Mussolini fosse tenuto prigioniero lì. Alcune indagini condotte dai nazisti svelarono che la posizione del Duce era cambiata. Dopo una breve sosta a La Spezia, in quanto considerata Ponza non sicura, venne trasferito nell’Isola della Maddalena da un incrociatore militare italiano. Dopo aver confermato la posizione del Duce sull’Isola vicina alla Sardegna, immediatamente i tedeschi organizzarono un piano per la sua liberazione. Un momento prima che il piano venisse attuato, Skorzeny affermò che la posizione del Duce era cambiata di nuovo e come egli ora fosse prigioniero all’Isola d’Elba.
Herbert Kappler, capo della Polizia tedesca a Roma, grazie ad un messaggio cifrato, sapeva che attorno al Gran Sasso erano state “ultimate le misure di sicurezza”. Tale messaggio era stato firmato da Giuseppe Gueli, che secondo alcune indiscrezioni, era il nuovo responsabile per la sicurezza di Mussolini. Dopo aver verificato e confermato che la posizione del Duce era a campo Imperatore sul Gran Sasso, i tedeschi ebbero mani libere nell’agire in maniera incondizionata. Questo accadde dopo che ormai Badoglio aveva dichiarato l’uscita dell’Italia dalla guerra mondiale.
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Il piano tedesco
Skorzeny e Mors, con il loro piano, volevano organizzare un atterraggio sul pianoro di alcuni alianti DFS 230 con un centinaio di paracadutisti. Mentre tali paracadutisti mettevano in sicurezza Campo Imperatore, alcune truppe tedesche avrebbero dovuto prendere possesso della funivia alla base del monte. In questo modo, il monte non sarebbe stato isolato dagli italiani. L’esecuzione di tale piano era questione di tempo. L’11 settembre, infatti, Badoglio dichiarò la sua intenzione di voler consegnare il Duce agli Alleati.
I preparativi per il piano furono stabiliti e organizzati prontamente. Il 12 settembre 1943 quindi un commando tedesco fece incursione a Campo Imperatore. Le guardie di Mussolini non si poterono difendere per via di una incresciosa coincidenza per la quale le mitragliatrici a difesa della struttura in cui era tenuto Mussolini erano state rimosse. Pertanto, il piano tedesco ebbe successo e non trovò ostacoli.
Le conseguenze
Subito dopo la sua liberazione, Mussolini, stupito dal piano tedesco, partì prontamente per la Germania per prendere le redini dello Stato che, nelle stanze del rifugio di Hitler, stava venendo creato dagli altri gerarchi. Nacque così la Repubblica Sociale Italiana e con essa la guerra civile.