Un confronto tra le Regioni, per evitare “un’Italia a macchia di leopardo” sulla fecondazione eterologa: “È necessario sciogliere il nodo delle condizioni di accesso, sia economiche sia normative. Non si può partire e basta”. Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, intervistato da La Stampa e dal Corriere della Sera, riporta la questione sul piano pratico: “Oggi si va all’estero per l’ eterologa; il problema è come inserirla nei Lea, i livelli di assistenza. Non è un tema di diversità politica, il rischio, se non si affronterà la questione del Servizio sanitario, è che lo facciano solo i privati”.
La Toscana, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, spiega “dà stimolo a fare prima. Ma fare prima non deve essere sinonimo di fare male. Per esempio, chi paga se una coppia laziale va a sottoporsi all’eterologa in Toscana? Non certo la Regione Lazio se non esistono paletti comuni fissati e linee guida nazionali per regolare accessi e gestione dei donatori” è il suo esempio. Chiamparino ribadisce quindi che ne discuterà con il ministro della Salute Lorenzin: “Siamo già d’accordo: non appena rientrerà dal suo viaggio, credo il 26 agosto, fisseremo l’ incontro. Era già in programma una discussione sul riparto del Fondo sanità, proporrò di estendere l’ordine del giorno e definire le linee guida di applicazione per le Regioni in materia di fecondazione eterologa”.
Il presidente convocherà inoltre “una riunione della Conferenza delle Regioni per definire l’orientamento comune. Ci riuniremo al più tardi la prima settimana di settembre”.