Governo ultime notizie: scontro M5S-Lega su Orban, le posizioni
Governo ultime notizie: scontro M5S-Lega su Orban, le posizioni
Non è solo il def a far vacillare la solidità della coalizione di governo. Come abbiamo già scritto su queste pagine, le priorità in campo di politica economica di Lega e M5S sono decisamente distinte: da un lato, il partito di Salvini chiede l‘introduzione della flat tax, cavallo di battaglia della campagna elettorale del centrodestra. Dall’altro, il Movimento 5 Stelle cerca di inserire – già dal 2019 – la possibilità di ottenere il reddito di cittadinanza. Non solo tensioni sul piano economico: con la possibilità dell’attivazione di una procedura disciplinare nei confronti dell’Ungheria per violazione dello stato di diritto. Si deciderà oggi in seduta all’ europarlamento. E qui, si acuiscono le differenze tra M5S e Lega. Ecco perché.
Governo ultime notizie: Salvini supporta Orban. Il M5S propenso per l’attivazione della procedura
Il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha già confermato il suo appoggio a Viktor Orban, figura di riferimento per la destra populista in Europa. Il leader del gruppo di Visegrad è considerato, secondo le parole dell’eurodeputata leghista Mara Bizzotto, “un eroe che lotta contro l’Europa delle lobby e dei finanzieri alla Soros”. Una posizione inevitabilmente chiara, che non lascia spazio a fraintendimenti o tensioni interne al partito. All’interno del circolo pentastellato, invece, c’è un intenso dibattito. Secondo le indiscrezioni raccolte, il M5S potrebbe votare a favore dell’attivazione della procedura per infrazione.
Nonostante le possibili tensioni arrecate dalla diversità di vedute sul caso ungherese, il problema – di maggior portata – deriverebbere dal voto in Consiglio, dove ogni Paese esprime un solo voto. Come si comporterebbe , in quel caso, l’esecutivo carioca?
Governo ultime notizie: con le elezioni europee alle porte, difficile arrivare a sanzioni
L’attivazione dell’articolo 7 del TUE è previsto in caso di violazione dei valori comunitari. Il processo, oltre che lungo, richiede anche un consenso trasversale. Parliamo, infatti, dei 2/3 dei deputati e, successivamente, dei 4/5 del Consiglio dei Ministri europeo. Qualora ci fossero i numeri, si procederebbe con gli accertamenti previsti dalla norma comunitaria, così come viene disciplinata dal TUE.
Tuttavia, con le elezioni europee alle porte (maggio 2019), sembra davvero difficile arrivare a una sanzione effettiva nei confronti dell’Ungheria di Orban.