Gli esperti consultati dall’Organizzazione mondiale della sanità hanno dato il via libera all’impiego di farmaci sperimentali per cercare di contenere l’epidemia di Ebola in Africa occidentale. “Nelle particolari circostanze di questa epidemia – informa l’Oms riassumendo le conclusioni del panel riunitosi ieri a Ginevra – e a patto che si verifichino alcune condizioni, il comitato ha raggiunto il consenso sul fatto che è etico offrire interventi non provati, di cui non sono ancora noti l’efficacia e gli effetti avversi, come potenziale trattamento o prevenzione”.
Gli esperti consultati dall’agenzia delle Nazioni Unite per la sanità concordano quindi sulla possibilità di utilizzare farmaci o vaccini non ancora registrati (non giunti al termine del tradizionale iter sperimentale), a condizione di rispettare i seguenti criteri etici: “Trasparenza sotto tutti gli aspetti dell’assistenza, consenso informato, libertà di scelta, riservatezza, rispetto della persona, tutela della dignità e coinvolgimento della comunità”. Inoltre, “al fine di comprendere la sicurezza e l’efficacia di questi interventi”, il panel ritiene che, “se e quando verranno usati, c’è l’obbligo morale di raccogliere e condividere tutti i dati prodotti, compresi quelli derivanti da trattamenti somministrati in via compassionevole (accesso a farmaci non approvati, al di fuori da una sperimentazione clinica)”.
Nel frattempo è morto questa mattina Miguel Pajares, il 75enne missionario spagnolo che aveva contratto l’ebola in Liberia. Il sacerdote è deceduto nonostante avesse ricevuto il siero statunitense che finora si è rivelato efficace sui due sanitari americani evacuati negli Usa, dopo essere stati a loro volta contagiati in Liberia. Altri due sacerdoti suoi compagni di missione erano morti negli ultimi giorni a Monrovia. In totale il virus ha finora ucciso più di mille persone.