Sondaggi politici Lorien, il bacino potenziale della Lega oltre il 40%

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Sondaggi politici Lorien, il bacino potenziale della Lega oltre il 40%

Le intenzioni di voto non possono essere l’unico indicatore del gradimento per un partito. Gli addetti del settore lo sanno, e infatti gli istituti di sondaggio come Lorien a volte misurano anche il bacino potenziale di una forza politica.

Questo può fornire un indicatore per capire quanto per esempio i possa crescere alle prossime elezioni. Un partito piccolo per esempio può avere un bacino anche maggiore di quello di uno grande.

Lo vediamo anche in Italia. Dove a fine agosto Forza Italia aveva un bacino del 20,2%, maggiore di quello del PD, del 19,3% che nelle intenzioni di voto prende circa il doppio.

La ragione è che il partito di Berlusconi è in una coalizione di centrodestra molto ampia, e anche gli elettori dei partiti alleati potrebbero prendere in considerazione di votarla.

Ma questo vantaggio è moltiplicato per due volte nel caso della Lega, che infatti raggiunge un bacino del 41,5%, in crescita rispetto a maggio e soprattutto rispetto a febbraio, quando era solo del 17,4%. Gli elettori fedeli ora sono il 18%, già più di quelli raccolti il 4 marzo.

Non solo, la Lega è riuscita a superare il Movimento 5 Stelle, che ora ha un bacino del 38,4%, inferiore di più di 3 punti di quello di maggio.

Alto, al 18,1% il bacino di Fratelli d’Italia, anch’esso in crescita, e quello di LeU, al 10,3%

 

Questi cambiamenti nel’entità dei bacini potenziali si spiegano anche con il fatto che alcuni partiti condividono alcuni elettori potenziali comuni. Persone che potrebbero prendere in considerazione di votare entrambe le forze politiche. Per esempio vi è un 21% che potrebbe votare sia Lega che M5S. Sono più sia dei pentastellati che non considerano la Lega, il 16,9%, che dei leghisti che invece non considerano il M5S il 20%

Sondaggi politici, la popolarità di Salvini sempre più alta

Nel frattempo la popolarità di Salvini è sempre più alta. Ha raggiunto il 50%, in crescita dell’8% rispetto a maggio, mentre aumenta, anche se meno, quella di Di Maio, al 46%.

Al palo i leader dell’opposizione. Meloni è al 22%, Berlusconi scende al 17%, come il segretario reggente del PD Martina e Matteo Renzi. Ancora dietro Grasso al 16%

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