Luca Zaia si appella alla Corte Costituzionale. L’obiettivo è la restituzione delle risorse stabilite dal governo per la copertura del dl Irpef. Risorse che, secondo il governatore del Veneto, l’esecutivo avrebbe illegittimamente sottratto ai bilanci di Regioni e Comuni per irrobustire la busta paga di un’esigua fetta di cittadini.
“Non abbiamo niente – ha dichiarato l’ex ministro dell’agricoltura – contro chi gli 80 euro li prende, al di là del fatto che vengono lasciati fuori i più bisognosi, i disoccupati e i pensionati. Ma il modo per recuperare le risorse, il ‘montepremi’ che vale 6 miliardi e 400 milioni di euro, è una farsa: se decidi di fare un finanziamento, lo devi fare con soldi tuoi. È troppo facile, e c’è il rischio che passi il principio, farlo togliendo soldi alle Regioni e agli enti locali, tanto più con tagli orizzontali, basati sulla spesa storica del 2013. Così si premiano le Regioni più sprecone: se, ad esempio, per i siciliani si tradurrà in una limatura di unghie, a noi taglierebbero un braccio”.
Dunque secondo Zaia, che lo scorso aprile aveva già avuto modo di criticare il dl Irpef bollandolo come “una manovra elettorale”, per il reperimento dei fondi il governo avrebbe dovuto distinguere tra regioni virtuose e regioni non virtuose. “Noi veneti riceveremo gli stessi tagli che avrà la Regione Sicilia – ha continuato il leghista – La differenza è che noi siamo una regione virtuosa dal punto di vista dei bilanci, la Sicilia no”.
Le dichiarazioni del governatore arrivano dopo l’approvazione, da parte della sua giunta, della delibera che di fatto sancisce il ricorso alla Consulta da parte della regione Veneto contro le modalità di finanziamento per il bonus da 80 euro decise dall’esecutivo. “Vogliamo che sia chiaro anche alla gente – ha concluso Zaia senza tanti giri di parole – che quel che gli danno con una mano, lo sottraggono al territorio con un caterpillar”.