Il Chievo si salva: solo 3 punti di penalizzazione per la società di Campedelli
Il Chievo, in seguito al caso relativo alle plusvalenze fittizie, son stati inflitti tre punti di penalizzazione, con tanto di ammenda di 200 mila euro.
La sanzione prevede anche 1 mese e 15 giorni di inibizione per i consiglieri della società Piero Campedelli, Giuseppe Campedelli, Michele Cordioli e Antonio Cordioli.
La richiesta della Procura era di 15 punti di penalizzazione al club veneto e 36 mesi di inibizione per il suo presidente, richiesta che, fortunatamente per i clivensi, non è stata accolta.
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Assieme al Chievo anche il Cesena coinvolto nel caso
Il Tribunale della Federcalcio ha dichiarato di non voler procedere penalmente verso la società del Cesena, limitandosi a sanzionare per 1 mese e 15 giorni i consiglieri della società Guido Aldini e Samuele Mariotti.
Le due società, come fatto presente dalla FIGC, erano state indagate per aver sottoscritto le variazioni di tesseramento di alcuni calciatori indicando un corrispettivo superiore al reale e per aver contabilizzato nei bilanci plusvalenze fittizie e immobilizzazioni immateriali di valore superiore al massimo dalle norme che regolano i bilanci delle società di capitali.
Le parole della società del Chievo
Le dichiarazioni del club non si sono fatte attendere, con la società che si è dichiarata “incredula” davanti all’accaduto.
Ecco le parole del legale della società:
“Siamo stupiti e contrariati dall’esito della sentenza odierna. Siamo fermamente convinti, oggi più che mai, che la società abbia sempre agito con correttezza e trasparenza, e che le indagini della procura non siano state fatte correttamente” ha dichiarato il Legale difensore dell’A.C. Chievo Verona, l’Avvocato Marco De Luca.
Il club si detto pronto a procedere per vie legali:
“Ricorreremo quindi in appello, fiduciosi che la giustizia sportiva saprà alla fine riconoscere le nostre ragioni. Riteniamo il deferimento nei confronti del Chievo Verona nullo per le ragioni già espresse ieri in udienza e segnatamente perché l’unico soggetto legittimato a firmare il relativo atto sarebbe stato il procuratore Giuseppe Pecoraro che invece non lo ha fatto né ha dedotto alcun impedimento come previsto dal Codice di Giustizia Sportiva“.
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