Articolo 18, Pierre Carniti (Cisl) “Chi parla non è mai stato in fabbrica”
Articolo 18: “Molti di coloro che ne parlano non sono mai stati in una fabbrica”. Lo dice Pierre Carniti, storico segretario della Cisl, che intervistato da Repubblica liquida il “dibattito tipicamente estivo” di questi giorni: “Più che una discussione ideologica, mi sembra teologica”. Secondo l’ex leader sindacale, dire che l’articolo 18 dello Statuto blocchi la ripresa economica è “una tesi un pò demenziale, di quelle che animano la discussione sotto l’ombrellone per fare due chiacchiere con il vicino”.
Certo, osserva, quando è nato lo Statuto, “il periodo storico ed economico era assai diverso. Si era alla fine degli anni Sessanta, l’Italia era in pieno boom economico, c’era oggettivamene meno precarietà di oggi”. Ma “è abbastanza strano – aggiunge – che per affrontare la crisi per mancanza di lavoro si parta dall’articolo 18. Il lavoro va creato, vanno promossi gli investimenti. Se si riuscirà a fare questo poi ci si potrà mettere intorno a un tavolo a discutere dell’articolo 18. Lo Statuto dei lavoratori va aggiornato ma l’aggiornamento dovrebbe servire per aumentare le tutele anche a chi oggi è precario”.
ARTICOLO 18, GUERINI “NE DOVREMO RIPARLARE” – “Temi così delicati e significativi non possono essere buttati dentro la discussione infilando un emendamento in un decreto in corso di conversione. L’articolo 18 c’entra poco con la materia in oggetto e si rischia di accendere una polemica dove ciascuno di noi pianta bandierine, ma non si fanno passi in avanti”: così il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, intervistato dal Corriere della Sera, chiude sulla possibilità che le eventuali modifiche all’articolo 18 entrino, già a fine mese, nello Sblocca Italia. Guerini tuttavia esclude una rottura con Ncd su questo tema: “Auspico che la comprensibile esigenza di visibilità non faccia venire meno il senso di responsabilità. Anzi, sono convinto che non succederà”. Sulle tutela dei lavoratori “ci confronteremo a settembre”, conferma, “quando si discuterà della delega al lavoro secondo il calendario stabilito in sede parlamentare. I temi sono gli ammortizzatori sociali, le politiche attive e uno strumento contrattuale che favorisca l’inserimento al lavoro a tempo indeterminato. Mi riferisco all’articolo 4 della legge delega, dove si parla di inserimento con tutele crescenti”. Sulla possibilità di abolire la norma che tutela i lavoratori sui licenziamenti, Guerini non si sbilancia: “L’ambizione è approvare la delega al lavoro e dentro questo percorso ci confronteremo, con coraggio e senza pregiudizi. Non ci interessa rimanere aggrappati a totem ideologici”.