Nuovi segnali negativi dall’economia. Il debito delle Amministrazioni pubbliche è salito a giugno di 2 miliardi di euro, raggiungendo un nuovo massimo storico a 2.168,4 miliardi. Lo comunica Bankitalia. Nei primi sei mesi il debito pubblico è aumentato di 99,1 miliardi, riflettendo il fabbisogno della P.a (36,2 mld) e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (67,6 mld). L’emissione di titoli sopra la pari, l’apprezzamento dell’euro e la rivalutazione dei BTPi hanno contenuto l’aumento per 4,8 miliardi
Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari in giugno a 42,7 miliardi, in diminuzione del 7,7% (3,5 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2013. Nei primi sei mesi dell’anno le entrate sono diminuite dello 0,7% (1,3 miliardi) a 188,1 miliardi.
Nuovo calo della produzione industriale Ue-18, scesa dello 0,3% a giugno su maggio. Giù dello 0,1% nell’Ue-28. Sull’anno è stabile in Ue-18 ed è cresciuta (0,7%) in Ue-28. A maggio era calata dell’1,1% nelle 2 zone. Così Eurostat. L’Italia in controtendenza, cresce dello 0,9%, dopo -1,2% di maggio, 0,5% di aprile, e 0,4% sull’anno. I principali cali sul mese in Irlanda (-16,5%), Olanda (-3%) e Lituania (-2,7%). I rialzi più forti a Malta (+5,2%), Danimarca (+2,4%) e Ungheria (+1,8%). La Germania a giugno avanza dello 0,2%, dopo il -1,5% di maggio, facendo registrare -0,4% sull’anno. La Francia cresce dell’1,4% sul mese, dopo il -1,3% di maggio, restando invariata sull’anno. La Spagna a giugno registra -0,8%, dopo -0,8 di maggio, segnando 0,5% sull’anno. Nell’Ue-28 l’arretramento dello 0,1% è dovuto alla flessione dell’1,4% della produzione di beni di consumo non durevoli, e dello 0,6% della produzione di energia, mentre la produzione di beni di investimento è aumentata dello 0,2% per i beni di investimento, dello 0,4% per i beni intermediari e dell’1,8% per i beni di consumo durevole. A giugno 2014 rispetto al giugno dell’anno precedente la produzione industriale è rimasta stabile nell’Eurozona per il rialzo dell’1,7% della produzione di beni di consumo non durevole e dello 0,2% per i beni intermediari, mentre la produzione è arretrata dello 0,1% per i beni di investimento, dell’1,8% per i beni di consumo durevole e del 3,4% per l’energia.