“Più che un rallentamento, direi che la ripresa non c’è mai stata. A parte il primo trimestre 2014, la crescita tedesca finora è rimasta molto debole; alcuni fondamentali sono buoni, ma ad esempio i consumi sono fermi anche in Germania. È una dinamica apparentemente inspiegabile, perchè abbiamo praticamente la piena occupazione, una moderata crescita delle retribuzioni, c’è il salario minimo”. Lo dice l’economista tedesco, direttore del Ceps, Daniel Gros, che – intervistato dal Corriere della Sera – vede nei segnali di crisi della locomotiva tedesca conseguenze anche per l’Eurozona: “L’impatto potrebbe essere negativo per tutti: l’Italia è l’anello debole, sarà la più colpita”.
“Certo – afferma – non siamo messi come l’Italia, addirittura in recessione, un record assoluto. E la nostra economia non ha problemi finanziari. Ma l’assenza di slancio può diventare un problema serio”. Questo, per Gros, non significa altri ‘compiti a casa per i Paesi più deboli: “Se per la Germania le cose vanno peggio del previsto, forse ci sarà un allentamento della pressione sugli altri Paesi europei”.
Per quanto riguarda le cause del rallentamento tedesco, Gros ha “il sospetto che i bassi tassi d’interesse, che per molti dovrebbero stimolare la domanda interna, in realtà abbiano in Germania un effetto opposto”: forse proprio perchè il Paese è “fra i grandi creditori del mondo” sta pagando questa situazione. Al contrario degli Usa, che hanno tratto giovamento dai bassi tassi, “ma si sa, loro sono i più grandi debitori del mondo…”. Sul nostro Paese, Gros, intervistato anche da Qn, dice: “Sarà anche in recessione, ma l’Italia ha una situazione economica troppo forte per poter chiedere un aiuto internazionale” e “sarà difficile che la Commissione consenta grandi margini di flessibilità”. La strategia del governo? “Speravo meglio. Per adesso non si è visto niente di concreto”.