Mondiali di ciclismo 2018: la formula della cronosquadre non convince
Mondiali di ciclismo 2018: la formula della cronosquadre non convince.
Ha avuto inizio oggi, ad Innsbruck, la rassegna iridata di ciclismo su strada, con le cronosquadre. Quella femminile è stata conquistata dal Team tedesco Canyon/Sram Racing della nostra Elena Cecchini(fidanzata di Elia Viviani). Quella maschile dalla belga Quick-Step(formata da Jungels, Lampaert, Asgren, Terpstra, Schachmann e De Plus) già campione nel 2012, nel 2013 e nel 2016. Tanti però i dubbi lasciati da una formula che sembra essere più commerciale che altro.
Mondiali di ciclismo 2018: i dubbi della nuova formula
La cronosquadre, che è stata introdotta con questa formula ai mondiali nel 2012 e di cui quella di oggi sarà l’ultima edizione, non sembra conquistare il cuore degli spettatori. Prima di tutto, per motivi commerciali o altro, le squadre che corrono sono i team e non le nazionali, scelta che stona col resto della rassegna e col fatto che si è ai mondiali. Un peccato, perchè tra il 1962 al 1994 si correva una prova simile ma a nazionali, la “cento chilometri”, che l’Italia ha vinto diverse volte. Correre con una formula del genere risveglierebbe lo spirito di appartenenza alla nazione degli appassionati e forse invoglierebbe i corridori più forti a cimentarsi in questa prova.
Altra perplessità che ha lasciato la prova odierna consiste nelle squadre che ne hanno preso il via. Ben 11 delle 22 partecipanti sono di categoria Continental, con quasi tutti i corridori sconosciuti all’appassionato medio. Ma la cosa grave è che ben 7 delle 18 squadre Pro Tour, che costituiscono la “Serie A del ciclismo”, non hanno preso parte alla prova. Avrebbero probabilmente dato una dimostrazione di maggior qualità.
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Mondiali di ciclismo 2018: molti big rinunciano alle cronometro
Ma la scelta più incomprensibile da parte di molti corridori, ormai da diversi anni, è quella di rinunciare alle prove contro il tempo iridate. Nella gara di oggi, infatti, Primoz Roglic, uno dei migliori cronoman del mondo, non è sceso in strada con la sua Lotto NL Jumbo per preservare la gamba per la prova in linea.
Facciamo un altro esempio. Nella cronometro individuale di Mercoledì, lunga 57 km, è presente una salita di quasi 5 km con pendenze impervie un po’ dopo la prima metà di gara, e anche dopo ci saranno diversi saliscendi. Qui per intenderci un uomo da grandi giri, capace di andare forte in salita e di difendersi bene contro il tempo, potrebbe ottenere ottimi risultati. Eppure, se andiamo a vedere la lista dei partecipanti, solo Rohan Dennis e Tom Dumoulin appartengono all’elitè della disciplina. Gente come Primoz Roglic e Michal Kwiatkowski(per il motivo sopracitato), Geraint Thomas e Chris Froome(neanche presenti alla manifestazione) avrebbero potuto vincere. Invece si tende sempre di più a snobbare questo genere di prove per tentare il colpo grosso nella prova in linea, dove però i favoriti all’iride sono più numerosi e dunque è più difficile ottenere l’oro.