Sondaggi elettorali Europee 2019: la distribuzione seggi per l’Italia al 15 settembre
Sondaggi elettorali Europee 2019: la distribuzione seggi per l’Italia al 15 settembre
Alle elezioni europee – che si terranno tra il 23 ed il 26 maggio 2019 – mancano ancora 8 mesi. Un aspetto che spinge gli istituti che si occupano di sondaggi elettorali a continuare a concentrarsi nell’analisi delle intenzioni di voto nazionali, anziché iniziare ad osservare quelle in ottica europarlamentare. Ma quale sarebbe l’ipotetica distribuzione seggi se gli italiani decidessero di mantenere lo stesso orientamento analizzato nelle intenzioni di voto nazionali anche per quanto riguarda le elezioni europee?
Sondaggi elettorali Europee 2019: la distribuzione seggi per l’Italia
Per dare una risposta all’interrogativo posto, facciamo affidamento alla nostra consueta media sondaggi settimanale, che raccoglie ed analizza le intenzioni di voto registrate dai vari istituti demoscopici della penisola nei 7 giorni precedenti. Ma prima di esporre i risultati è necessario effettuare un paio di precisazioni. La prima è che con la prossima legislatura europea ci sarà una riduzione del numero complessivo di seggi all’Europarlamento, che passeranno dagli attuali 751 a 705. Il tutto a causa principalmente della Brexit, che tra le conseguenze comporta ovviamente la futura mancata partecipazione dei rappresentanti britannici (attualmente 73) all’assise continentale. Al tempo stesso, la redistribuzione degli scranni ha portato ad un aumento della fetta spettante all’Italia, che passerà da 73 a 76 europarlamentari.
Premesso ciò, passiamo all’analisi dei sondaggi elettorali. L’aspetto più evidente riguarda la forte selezione operata dalla soglia di sbarramento esistente, fissata al 4%. Un dato che, stando ai sondaggi attuali, vedrebbe tra gli altri Fratelli d’Italia e Liberi e Uguali fuori dall’Europarlamento. Sarebbero quindi solo 4 le formazioni in grado di superare ad oggi la soglia: Lega, Movimento 5 Stelle, PD e Forza Italia.
Sono 25 i seggi che spetterebbero al Movimento 5 Stelle, ben 8 in più rispetto alla legislatura uscente. Ancor più netto il passo avanti della Lega, che passerebbe dai 5 europarlamentari uscenti a ben 28 seggi. Ovvero, quasi il 37% degli scranni spettanti all’Italia. Netto passo indietro invece per il PD. Che dopo il boom del 2014 (40% dei voti e ben 31 europarlamentari) si fermerebbe a 15 seggi, ovvero meno della metà. Dimezzato anche il bottino di Forza Italia, che passerebbe da 17 ad 8 seggi. Come nel 2014, resterebbe a bocca asciutta Fratelli d’Italia. A salutare l’europarlamento sarebbero invece sia l’ala a sinistra del PD che l’area centrista. Entrambe in grado di superare di misura il 4% e di eleggere 3 parlamentari nel 2014, rispettivamente grazie all’aggregazione nella lista L’Altra Europa con Tsipras e nel cartello NCD-UDC.
Sondaggi elettorali Europee 2019: i gruppi parlamentari e le incognite M5S e SVP
Quale collocazione per gli eletti all’interno dei gruppi parlamentari della prossima legislatura? Nessun dubbio per i parlamentari di PD e Forza Italia, che resteranno come da tradizione rispettivamente nel gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) e del Partito Popolare Europeo (PPE). Pur avendo iniziato la scorsa legislatura tra i non iscritti, la Lega dovrebbe confermare la propria presenza all’interno dell’Europa delle Nazioni e della Libertà (ENL), gruppo nato nel 2015 e comprendente anche altre formazioni euroscettiche di destra, tra cui il PVV olandese ed il Rassemblement National di Marine Le Pen. Al netto di ciò, sono due le incognite principali.
La prima riguarda la collocazione del Movimento 5 Stelle, dopo una legislatura tra le fila dell’Europa della Libertà e della Democrazia Diretta (EFDD), gruppo capeggiato da Nigel Farage, leader degli euroscettici britannici (UKIP). La fuoriuscita dei britannici dall’Europarlamento, unita alle insofferenze mostrate dai pentastellati durante la legislatura uscente – basti pensare al tentativo fallito di entrare a far parte dei liberali ALDE, mossa stoppata dal leader liberale Guy Verhofstadt a causa di incompatibilità programmatiche – rende tutt’altro che scontata la permanenza all’interno dell’attuale gruppo parlamentare.
Un’altra incognita, seppur di minore impatto per gli equilibri europarlamentari, potrebbe essere il ruolo della Sudtiroler Volkspartei (SVP). Il partito altoatesino potrebbe sfruttare nuovamente la clausola prevista all’interno della legge elettorale per le europee, che permette alle minoranze linguistiche di sommare i propri voti a quelli di una lista nazionale alleata e di ottenere un seggio, a patto di raggiungere almeno 50 mila voti. Il vero dubbio riguarda la scelta dell’alleato. Infatti, pur essendo tradizionalmente schierata con il PD – asse confermato anche alle ultime elezioni politiche 2018 – la SVP non sembrerebbe insensibile alle sirene provenienti dalla Lega di Salvini. Ad ogni modo, in caso di alleanze la SVP toglierebbe un seggio alla lista ad essa collegata, andando contestualmente ad ingrossare le fila del PPE (stante la tradizionale vocazione democratico-cristiana del partito altoatesino).
Sondaggi elettorali Europee 2019: la composizione del futuro Europarlamento ad oggi
Cosa possiamo dire riguardo all’ipotetica distribuzione seggi complessiva del prossimo Parlamento Europeo? Secondo i dati elaborati da pollofpolls.eu – che analizza le medie sondaggi all’interno dei 27 Paesi dell’Unione – il PPE si confermerebbe il gruppo più numeroso, pur perdendo una trentina di seggi e passando da 221 a 190. Calo ancor più sensibile per S&D, che passerebbe da 191 a 148 seggi. Il tutto a vantaggio dei principali gruppi parlamentari euroscettici. Come ENL, che salirebbe dai 35 seggi attuali sino a quota 53. Gli unici in grado di reggere all’ondata antieuropea sembrerebbero essere i liberali ALDE, che passerebbero da 67 a 70 seggi. Il tutto in attesa di conoscere alcune mosse strategiche. Come per esempio quella del presidente francese Emmanuel Macron, che non ha ancora dichiarato quale sarà il gruppo in cui confluirà il suo En Marche!.