Spread oggi: valore e quotazione in ribasso. I dati di metà settembre

Pubblicato il 19 Settembre 2018 alle 09:59 Autore: Giovanni De Mizio
costo aumento spread oggi: valore e quotazione del 28 settembre 2018

Lo spread fra BTP italiano e Bund tedesco ignora insieme al resto delle borse europee la guerra commerciale. Nonostante la nuova escalation di dazi, infatti, il differenziale ha continuato a calare raggiungendo il minimo livello da quando si è insediato il governo Conte.

Nella mattina del 20 settembre lo spread si attesta a quota 212. Il rendimento del BTP a dieci anni cala invece sotto il 2,80%.

Nonostante siano ai minimi da giugno, dalla data delle ultime elezioni entrambi i numeri sono schizzati al rialzo. Lo spread era 134 il 2 marzo, mentre il rendimento del BTP era a 1,94%.

Lo spread teme il gelo commerciale

Il presidente USA Donald Trump ha stabilito dazi su altri 200 miliardi di dollari di beni importati dalla Cina. Le tariffe saliranno al 10% entro fine anno e al 25% dal 2019. Pechino ha già risposto che provvederà ad alzare tariffe su 60 miliardi di beni made in USA dal 24 settembre. Queste mosse, tuttavia, non si sono fatte risentire sullo spread. Per ora.

Un’escalation di guerra commerciale rischia di fare dell’Italia una vittima. L’Italia è un Paese che esporta molto e importa tanto, e quindi ha bisogno che il commercio globale continui a svilupparsi. Un peggioramento delle condizioni, infatti, comporterebbero un ulteriore rallentamento della crescita italiana (che già non è stellare).

Minore è il reddito prodotto, maggiori le pressioni sui conti, quindi sul debito pubblico, e in definitiva sullo spread. Il rischio è essere costretti a pagare più interessi sul nostro enorme debito pubblico.

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Spread in attesa della manovra

Le mosse di Trump erano già state digerite dagli operatori, perché attese. Questo spiega perché le borse hanno ignorato la nuova doccia fredda commerciale.

Ad aiutare lo spread ci sono anche alcune nuove indiscrezioni sulla manovra. La poltrona di Giovanni Tria al ministero dell’Economia sembra meno traballante rispetto ai giorni scorsi. Il ministro sta resistendo alle pressioni del resto del gabinetto, e un segnale di ciò è il fatto che non abbia ancora distribuito deleghe ai suoi viceministri “politici”.

Gli investitori restano quindi in attesa delle prossime mosse del governo, che entro il 27 settembre deve presentare la nota di aggiornamento al DEF. Lo spread potrebbe risentire di mosse troppo spericolate.

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