Maradona, la rinascita comincia in Messico, da Sinaloa

Pubblicato il 21 Settembre 2018 alle 20:35 Autore: Mauro Biagi
maradona-venezuela-maracanà

Maradona, la rinascita comincia in Messico, da Sinaloa.

Il ritorno al calcio di Diego Maradona si compie sul campo polveroso di una modesta formazione di Seconda Divisione messicana chiamata “Los Dorados de Sinaloa”. Un curriculum modesto: due sole apparizioni in Prima Divisione tra il 2004 e il 2006 e tra il 2015 e il 2016 e la Coppa del torneo Apertura 2012 come squadra di Seconda Divisione. Ma non è certo il suo curriculum che ha richiamato Maradona in questo angolo di Messico. Più importante di tutto, la sua intenzione di lasciarsi alle spalle un periodo lungo e difficile.

Maradona: “Avevo anche altre offerte”

Il motivo della scelta di Diego Maradona trascende ogni considerazione puramente sportiva. A sentire lui, gli erano state fatte offerte più allettanti dei ben poco noti Dorados: “Ho parlato con Evo e mi ha offerto la nazionale boliviana, ho parlato con Maduro e mi ha offerto la Nazionale venezuelana”, ha detto in conferenza stampa a circa 200 giornalisti messicani e internazionali convenuti in un hotel del capoluogo della regione di Sinaloa, Culiacán. “Voglio dare ai Dorados quello che ho perso quando ero malato. Sono stato malato per 14 anni”. Il riferimento è apparso a tutti evidente: la sua dipendenza dalle droghe durata anni, ma anche la sua determinazione a chiudere questo capitolo della sua vita.

Una squadra nella terra dei narcos

L’arrivo di Diego Maradona come allenatore dei Dorados de Sinaloa ha scatenato le polemiche della stampa locale, che non ha mancato di far notare come il club, terzultimo in campionato, provenga da un territorio conosciuto per la presenza del Cartello di Sinaloa, potente organizzazione dedita al traffico di droga. Il capo, Joaquin Guzmán, detto El Chapo, attualmente detenuto negli USA, prima dell’arresto era considerato uno degli uomini più ricchi e pericolosi del mondo (nel 2011 Forbes lo inserì al 41° posto nella lista dei più facoltosi del mondo con un patrimonio di circa 14 miliardi di dollari). In Messico c’è il sospetto che la proprietà dei Dorados abbia stretti legami con il narcotraffico. Presidente del club è Jorge Alberto Hank. Suo padre, ex sindaco di Tijuana, è stato messo sotto accusa per legami con la criminalità organizzata e corruzione. Hank possiede una rete di casinò e un cinodromo ed è molto benvoluto dalla popolazione che lo vede come un benefattore, di certo non come un soggetto controverso e pericoloso.

Ti potrebbe interessare anche: Cosa ci dovrà dire la Serie A in questo rush di diciassette giorni

“Non siamo venuti per fare una passeggiata”

Ma Diego Maradona, che è anche presidente onorario del club bielorusso Dinamo Brest, sembra non prestare attenzione a queste illazioni. In questa cittadina sulla costa del Pacifico sembra ricercare soprattutto la pace. Condizione necessaria per affrontare un nuovo inizio. Ma pone comunque  in chiaro che lui e il suo staff metteranno il massimo impegno nel suo nuovo compito: “Non siamo venuti per fare una passeggiata, non siamo venuti in vacanza, siamo venuti per lavorare”, assumendosi la responsabilità di ripagare i Dorados per la fiducia che hanno riposto in lui. E aggiungendo: “A 57 anni mi sento nel momento migliore della mia vita”.

Debutto con vittoria per Diego Maradona

L’avventura di Diego Maradona con i Dorados de Sinaloa non poteva cominciare meglio . Contro i Cafetaleros de Tapachula ha ottenuto una vittoria per 4-1 con una tripletta dell’ecuadoregno Vinicio Angulo. Maradona è sembrato in forma sia in panchina, dove è stato prodigo di consigli e ha incitato i giocatori, sia nel post partita quando ha festeggiato con la squadra e ha risposto alle domande dei media. “Non so se si chiuderanno molte bocche. Sono solo venuto qui a lavorare con il mio staff. Il segreto? Non ci sono segreti, solo il lavoro e la disponibilità dei giocatori che è esemplare”. La situazione dei Dorados resta non facile: la squadra è a quota 6 punti in 7 partite. Ma Diego è fiducioso: “Alcuni dicevano che Maradona non serviva a nulla, ma ora possono vedere cosa so fare. Comunque abbiamo vinto solo una partita, abbiamo davanti molte finali, è solo l’inizio di un bel sogno”.

SEGUI IL TERMOMETRO SPORTIVO ANCHE SU FACEBOOKTWITTER E TELEGRAM

SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU FACEBOOK E TWITTER

PER RIMANERE AGGIORNATO ISCRIVITI AL FORUM